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Cultura
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Forum all'ANSA con il ministro Bonisoli: 'Una commissione per valorizzare il patrimonio della moda'

'Al Mibac 4mila nuovi dipendenti entro il 2021'

Presto una legge ad hoc "per mettere in sicurezza le Fondazioni liriche, che sono troppo fragili e che è giusto che lo Stato aiuti". Ma anche una commissione istituita proprio oggi, per valorizzare "il pazzesco patrimonio di archivi" della moda italiana e darle "finalmente un museo".

E poi tante assunzioni, "circa 4mila solo nella prima tranche" per garantire l'entrata di nuovo personale al suo ministero "a partire dal 2021". Protagonista di un Forum dell'ANSA, il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli fa il punto dei primi mesi di governo, annuncia progetti e novità, torna a criticare il bonus cultura per i diciottenni ("ora l'ho rinnovato ma poi lo cambierò"), si dice a favore di più appuntamenti per la promozione del libro. Mentre applaude alla manovra economica che si sta varando e che, sottolinea, "ha innanzitutto evitato l'aumento dell'Iva, che avrebbe avuto un effetto disastroso sul Pil e quindi anche sulla spesa per la cultura". A inizio mandato - era il 7 di luglio - il tecnico pentastellato, una vita da manager di moda e cultura quasi tutta spesa nel privato, aveva esordito armato di slide nella sala del Mappamondo gremita dei parlamentari snocciolando le sue priorità: prima di tutto "soldi e occupazione per cultura e patrimonio", da troppo tempo a secco, aveva detto. A cinque mesi di distanza conferma. Ma l'esperienza di governo nel ministero fondato nel '75 da Giovanni Spadolini lo porta ad una precisazione sul tema delle risorse: "I soldi ci sono, in realtà il problema è spenderli", dice all'ANSA, "Troppo pochi i progetti in cantiere, abbiamo un problema di personale ma anche una carenza di figure specializzate. Servono amministrativi, legali che ci aiutino nella preparazione veloce ed efficiente dei bandi, oltre a tante altre figure specializzate dei diversi settori". Complice in parte la tragedia di Arezzo nel quale morirono due impiegati dell'archivio nazionale ("E' stato un campanello d'allarme") 100 milioni, sono già stati impegnati per varare un progetto di messa in sicurezza destinato a 314 siti della cultura, progetto, precisa il ministro, "che porteremo avanti in collaborazione con i vigili del fuoco". Perché se è vero che all'indomani del nuovo attentato terroristico è sempre più di attualità il tema della protezione delle città e anche dei luoghi della cultura, per i beni culturali italiani "c'è pure il tema della sicurezza interna, del rispetto delle norme sugli impianti e i luoghi, gli accessi".

Lui che si era presentato come il ministro dell'ascolto ("sono per un approccio che tenga in considerazione quello che pensano gli operatori") oggi illustra le prime decisioni. Come quella del bonus cultura per i 18 enni, che da subito aveva anticipato di voler riformare: "Per il 2018 e il 2019 il bonus cultura per i diciottenni è confermato, ma al prossimo giro sono convinto che vadano fatti dei cambiamenti. Il primo è questo: se le risorse sono limitate, vanno date a chi ne ha più bisogno. Un criterio di reddito ci sta...". Non solo: "il fatto di incentivare il consumo culturale deve essere un progetto del Paese, non è l'idea del ministro di turno che decide di investire le risorse. Bisogna chiedere agli operatori culturali di darci una mano: vorrei forme direttamente o indirettamente collegate al bonus per chi ha una certa età. E' la ragione per cui i giovani fino ai 26anni potranno entrare nei musei con due euro". Quanto alle assunzioni, il ministro ribadisce di volerne fare seimila, anche perché il Mibac "è già sotto organico di 3mila persone e altre 3mila se ne andranno nei prossimi anni".

Ma si faranno, precisa, "entro il 2023 non tutte insieme, anche per non creare un tappo generazionale". Tant'è. Per ora, assicura, ne partiranno "circa quattromila, in parte previste dal piano straordinario di assunzioni della Funzione Pubblica" ovvero 500 nel 2020 e 500 nel 2021 e "in parte previste nel decreto concretezza" (che però non è ancora stato approvato dal Parlamento). L'ultima accenno è ai centri storici delle città d'arte: "non sono contrario a limitazioni d'accesso se servono, ma sono i sindaci i primi a dover decidere. Noi possiamo dare suggerimenti e risorse per favorire la scelta di percorsi e mete alternative".

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