Restano in carcere l'ex assessore
regionale del Piemonte Roberto Rosso e l'imprenditore Mario
Burlò, rinviati a giudizio nell'ambito dell'inchiesta 'Fenice'
sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Piemonte. Il giudice
del tribunale di Torino Elena Rocci ha respinto le istanze che
chiedevano la sostituzione del carcere con gli arresti
domiciliari. "Rispettiamo tutti i provvedimenti dei giudici
anche se dopo 6 mesi che Burlò è detenuto siamo un po'
sconcertati", dichiara l'avvocato Domenico Peila, che difende
Burlò. Nei giorni scorsi erano state respinte anche le istanze
per i domiciliari presentate dai legali dell'imprenditrice Enza
Colavito e di Carlo De Bellis. "Auspico che emerga la realtà
durante il dibattimento", conclude l'avvocato di Colavito,
Alessandro Paolini.
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