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Per ricostruzione pubblica 2 miliardi

Per quella privata necessarie procedure per sanare abusi

(ANSA) - ROMA, 13 GIU - "Per quel che riguarda la ricostruzione pubblica, la struttura commissariale gode di stanziamenti piuttosto significativi, in base ai quali abbiamo programmato ulteriori interventi": in particolare "il finanziamento di opere pubbliche per 897 milioni" e "se sommiamo questa ordinanza a quella sul dissesto idrogeologico e a quelle precedenti, arriviamo a una programmazione per 1 miliardo 931 milioni". Il dato è stato fornito dalla commissaria per la ricostruzione post terremoto Paola De Micheli, in audizione alla commissione speciale del Senato, nell'iter di conversione del decreto terremoto varato dal governo Gentiloni a fine maggio.

Per quanto riguarda, invece, la ricostruzione privata, De Micheli ha sottolineato che una delle difficoltà principali riguarda "la presenza di costruzioni inficiate da difformità edilizie e urbanistiche": "Per questa ragione una delle prime richieste che faccio al Parlamento, nel modificare il decreto che prevede le misure fiscali, è quella di assumere un'iniziativa che intervenga scientificamente e chirurgicamente su queste situazioni, per consentire all'80-85% del patrimonio danneggiato di essere ricostruito. In particolare la richiesta è di intervenire introducendo una modalità accelerata per la definizione di sanatorie pendenti, in alcuni casi pagate sulla base della legislazione precedente; e affrontare le criticità sugli abusi non sanabili, regolamentando una procedura di sanatoria per i soli interventi su edifici distrutti o danneggiati, limitatamente agli immobili del cratere sismico, con la cancellazione della richieste della doppia conformità". L'area interessata - ha spiegato De Micheli - è di 8.000 km quadrati, di cui 2mila in parchi naturali e aree protette. Il 30% delle abitazioni sono occupate da non residenti. Sono stati effettuati 250mila controlli su 4.600 edifici pubblici e 5.800 chiese e beni culturali. La restante parte è patrimonio privato. Risultano danneggiati oltre 70mila edifici, tra questi, secondo una proiezione, il 45% presente danni lievi e il 55% presenta danni gravi. La popolazione assistita supera le 40mila unità.

"E' del tutto evidente che ci sono alcune misure di sostengo alle attività economiche che hanno bisogno di essere prorogate o implementate", ha quindi sottolineato De Micheli, che ha presentato una lista di 24 richieste di modifiche nell'iter di conversione del decreto varato a fine maggio dal governo Gentiloni che prevede alcune misure di carattere fiscale. De Micheli ha confermato il giudizio "positivo" della struttura commissariale sul decreto, in particolare sulla proroga della cosiddetta 'busta paga pesante', che è di fatto la parte centrale del provvedimento, assieme alla sospensione dei termini per gli adempimenti e i versamenti tributari e contributivi, alla sospensione del pagamento del canone Rai a quello delle principali utenze domestiche. Una prima misura sollecitata da De Micheli è "la correzione sulla riapertura dei termini sulla zona franca urbana, limitata per errore ad alcuni Comuni" e "immaginiamo una proroga della zona franca urbana anche al 2019-2020, con il rafforzamento di questo strumento finalizzato alle piccole e medie imprese, che in questo anno hanno dimostrato di essere quelle che hanno maggiormente patito". Per quanto riguarda la ricostruzione pubblica, "chiederemmo una norma chiarificatrice sulle centrali uniche di committenza", prevista dal codice degli appalti, "attraverso un piccolo emendamento interpretativo". Tra le altre richieste, venute dall'ascolto dei sindaci del cratere, la regolarizzazione e il superamento delle difformità gravi per quanto riguarda le abitazioni danneggiate, l'aumento dell'organico degli uffici speciali regionali, la proroga della struttura commissariale per altri due anni. Tra i provvedimenti dovrebbe entrare anche la regolarizzazione delle casette di legno abusive che si sono diffuse nel cratere del terremoto, la cosiddetta questione di 'nonna Peppina', la 95enne di Fiastra, diventata il simbolo dei terremotati.
E' stata ascoltata anche una delegazione di sindaci delle zone colpite. Filippo Palombini, sindaco facente funzione di Amatrice ha evidenziato che "il tema principale resta lo snellimento delle procedure amministrative per la ricostruzione. Concordiamo con gli emendamenti presentati e teniamo a chiarire che non c'è una riga che autorizza a sanare volumi abusivi o chiedere soldi allo Stato per ricostruirli. Si tratta di un territorio che ha subito uno svuotamento negli anni, con trasferimento a Roma, perciò le case dei nonni si sono trasformate in seconde case, da qui la difficoltà degli interventi di ricostruzione. Ma se la gente non torna, muoino le attività economiche".

"Una delle richieste che faccio, per ora o per un'altra fase legislativa a fine anno - ha aggiunto - è quella di un concorso nazionale che possa raccogliere 100 professionalità, con assunzioni a tempo indeterminato, che compongano una task force a dispozione delle emergenze, perché già formata e a conoscenza delle procedure. Solo così dimostreremo di aver imparato la lezione che le ricostruzioni si fanno, oltre che con le buone norme e con le risorse, con le persone". Paola De Micheli ha quindi aggiunto che "l'invito alla costituzione della task force è per la ricostruzione e non sulle attività di protezione civile. Perché io ritengo che la nostra protezione civile sia un esempio di qualità e di qualificazione delle persone. Il problema lo viviamo spesso, invece, nella fase due, di avviamento delle procedure di ricostruzione. Credo sia arrivato il momento e che ci siano le condizioni per fare questa scelta". "Una scelta - ha osservato la commissaria per la ricostruzione - di medio termine, perché se parte adesso il concorso, nel giro di un anno-un anno e mezzo i primi vincitori possono essere già al lavoro sulla nostra ricostruzione, e rimarranno a disposizione per altre tipologie di disastri, come ad esempio le alluvioni". 

(ANSA).

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