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Truffa,capo vigili Sulcis ai domiciliari

Truffa,capo vigili Sulcis ai domiciliari

Blitz dei Carabinieri a Portoscuso dopo numerosi esposti anonimi

CAGLIARI, 13 luglio 2018, 19:38

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Concussione, truffa aggravata, peculato, falso ideologico, distruzione e occultamento di atti e turbativa d'asta. Con queste accuse i carabinieri hanno arrestato Santino Rivano, dal 2004 comandante della polizia municipale di Portoscuso. L'uomo si trova ai domiciliari.  Il provvedimento arriva dopo una delicata indagine condotta dal marzo del 2015 al novembre del 2017 dai carabinieri a seguito di alcuni esposti anonimi arrivati dai cittadini di Portoscuso.

In particolare secondo l'accusa il comandante dei vigili avrebbe costretto diversi commercianti del luogo a consegnargli merce di vario genere senza poi pagarla; in concorso con il titolare di un distributore di benzina della zona avrebbe intascato buoni carburante per oltre 5mila euro e avrebbe utilizzato le auto di servizio per uso privato. Inoltre non avrebbe effettuato i controlli alle attività commerciali per il rilascio delle autorizzazioni e in cambio si sarebbe fatto consegnare denaro dagli esercenti.

Infine avrebbe distrutto o gettato contravvenzioni al codice della strada elevate da personale dipendente, per evitare che fossero mandate in pagamento, ricevendone in cambio favori e in concorso con il titolare di una società di impianti tecnologici, che si era aggiudicata un appalto per l'installazione e manutenzione del circuito di video sorveglianza a favore del comune di Portoscuso, si era appropriato indebitamente di una somma di gran lunga superiore al valore effettivo della fornitura.

ALTRI DUE INDAGATI - Anche un 41enne residente a Cagliari e un 63ennne di Portoscuso sono indagati nell'ambito dell'inchiesta che ha fatto finire agli arresti domiciliari il comandante della Polizia municipale di Portoscuso, Santino Rivano, di 62 anni. Il primo è accusato di turbativa d'asta, il secondo di truffa, reati commessi in concorso con Rivano. Secondo gli investigatori dell'Arma, il capo dei vigili avrebbe minacciato di multare o di impedire la vendita ad alcuni commercianti di frutta, verdura e fiori, facendosi consegnare merce senza pagarla.

Insieme al 63enne, titolare di un distributore di benzina nel Sulcis, si sarebbe poi appropriato di 2.850 litri di carburante, per una valore di 4.887 euro, senza caricarli nell'auto di servizio. Per farlo avrebbero segnato sulla "fuel car" del Comune un quantitativo di benzina superiore a quello realmente inserito. Il comandante dei vigili è anche accusato di peculato per aver utilizzato l'auto di servizio per scopi personali.

"In particolare utilizzandola per raccogliere merce dai commercianti irregolari e per trasportarla presso la sua abitazione - si legge nel capo di imputazione dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dalla Gip del tribunale di Cagliari, Maria Cristina Ornano - per accompagnare operai presso la sua abitazione per l'esecuzione di lavori, per accompagnare o raggiungere giovani uomini con cui avere rapporti sessuali; per accompagnare il figlio dalla propria abitazione al luogo di lavoro e per recarsi fuori dal territorio comunale esclusivamente per esigenze personali o comunque familiari".

OLTRE 400 MUILTE DISTRUTTE - Sono oltre 400 i verbali per violazioni al codice della strada distrutti o occultati affinché non andassero in pagamento, quelli contestati al comandante della Polizia municipale di Portoscuso, Santino Rivano, 62 anni, da oggi agli arresti domiciliari per concussione, truffa e peculato. Alcune delle multe "scomparse" erano state elevate ad autotrasportatori per il mancato uso delle cinture, altre erano scattate nei confronti di privati cittadini, altre ancora a parenti o amici di parenti del comandante dei vigili.

A Rivano viene anche contestata la turbativa della gara d'appalto per l'ampliamento dell'impianto di videosorveglianza del Comune, per la quale aveva chiesto e ottenuto lo stanziamento di 100mila euro per l'installazione di nove telecamere. Rivano era responsabile unico del procedimento e direttore lavori e avrebbe "indirizzato" la gara verso la ditta di uno degli indagati, un 41enne di Cagliari, vinta poi con l'importo di 93.574 euro. Il comandante, secondo l'accusa, si sarebbe appropriato di 62mila euro, denaro che corrisponde alla differenza tra quanto pagato per fornitura e installazione delle telecamere e il valore effettivo.

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