(ANSA) - ROMA, 2 AGO - Il Consiglio e la Fondazione Nazionale
dei Commercialisti hanno pubblicato oggi il documento "Le nuove
incompatibilità degli ausiliari e dei coadiutori nominati nelle
procedure concorsuali a seguito dell'entrata in vigore del
d.lgs. n. 54/2018".
Con l'entrata in vigore del d.lgs. n. 54/2018 , si spiega, muta
la normativa di riferimento affinché un professionista possa
valutare la propria compatibilità per svolgere adeguatamente
l'incarico affidatogli.
Il documento esamina le recenti disposizioni che vanno
significativamente ad incidere sulle modalità di nomina degli
amministratori giudiziari e degli organi delle procedure
concorsuali.
Il d.lgs. n. 54/2018, infatti, modifica direttamente sia il
Codice delle leggi antimafia, di cui al d.lgs. n. 159/2011, sia
la legge fallimentare e la c.d. legge Prodi-bis, di cui al
d.lgs. n. 270/1999, sia la legge n. 3/2012 recante disposizioni
in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione
delle crisi da sovraindebitamento.
Il legislatore individua nuove ipotesi di incompatibilità
indiretta, in quanto non intercorrenti con il magistrato che
conferisce l'incarico, bensì con i magistrati addetti
all'ufficio giudiziario al quale quello appartiene.
Tra i motivi ostativi all'assunzione degli incarichi di
curatore, di commissario, di amministratore giudiziario e di
liquidatore del patrimonio, il legislatore annovera rapporti
tipizzati dall'ordinamento, quali sono quelli di coniugio, di
parentela, di affinità o di unione civile e convivenza, e
rapporti ascrivibili alla categoria della assidua
frequentazione, identificando quest'ultima nel rapporto "…
derivante da una relazione sentimentale o da un rapporto di
amicizia stabilmente protrattosi nel tempo e connotato da
reciproca confidenza, nonché il rapporto di frequentazione tra
commensali abituali".
Si tratta, a ben vedere, di un intervento di modifica che,
seppur apprezzabile per l'evidente intento moralizzatore e
dissuasivo di pratiche scorrette nell'attribuzione degli
incarichi, potrebbe produrre, in particolar modo negli uffici di
modeste dimensioni e meno strutturati, gravi disagi per i
professionisti che esercitano nell'ambito del Circondario.
Al di là della esatta ricostruzione della vicenda di cronaca che
ha contribuito a una netta presa di posizione da parte del
Legislatore, vicenda peraltro superata, ci si interroga se sia
corretto che la condotta censurabile di pochi, comporti pesanti
ricadute, avallate da modifiche normative di rilievo, per quanti
operano, da un lato, in ossequio ai principi di derivazione
costituzionale dell'imparzialità e della terzietà e, dall'altro
lato, in ossequio ai principi deontologici di indipendenza e
professionalità specifica espressi nella Legge professionale e
nel Codice deontologico della professione.