(ANSA) - MATERA, 27 NOV - Al Governo, anche in vista della
Legge di Bilancio, "chiediamo attenzione per il mondo delle
professioni, che oggi rappresentano una fetta importantissima
del Paese". Così il presidente della Cassa nazionale di
previdenza dei Dottori commercialisti (Cnpadc), Walter Anedda, a
Matera, a margine del convegno dal titolo "Non sprechiamo
l'Europa - Fondi europei, opportunità di sviluppo e ruolo del
Dottore commercialista".
"I fondi europei - ha aggiunto Anedda - sono sicuramente
un'opportunità, che non deve però essere sprecata. Spesso
l'Italia e in particolare le Regioni - ha proseguito - hanno
avuto difficoltà a spendere queste risorse: da qui, secondo noi,
la necessità di porre un faro ulteriore e di mettere al servizio
il lavoro del Dottore commercialista che da tempo è impegnato
nel facilitare sia la parte amministrativa sia quella dei
beneficiari nella gestione e nell'utilizzo dei fondi europei".
el quadro finanziario 2021-2027
dell'Unione Europea, i fondi destinati a settori considerati
"prioritari e ad alto valore aggiunto europeo" potrebbero
aumentare di circa 200 miliardi di euro. Quelli a favore della
Politica agricola comune (Pac) e della politica di coesione
dovrebbero invece subire una riduzione. E' questo uno degli
aspetti analizzati oggi, a Matera, nel corso del convegnoß"Non
Sprechiamo l'Europa - Fondi europei, opportunità di sviluppo e
ruolo del dottore commercialista", organizzato dallaßCassa
Dottori Commercialisti nell'ambito dell'ottava edizione di
"Previdenza in tour" promosso dalla stessa Cassa. Tra i settori
prioritari sono stati indicati.ricerca, innovazione e agenda
digitale, giovani, migrazione e gestione delle frontiere, difesa
e sicurezza interna, azione esterna, clima e ambiente
Per l'Italia, ci potrebbe essere quindi una riduzione di
circa 4,7 miliardi di euro di fondi per la politica agricola
comune rispetto agli oltre 41 miliardi della Pac 2014-2020. Con
36,3 miliardi di euro, tuttavia, il nostro Paese sarebbe quarto
per risorse totali dopo Francia (62,3 miliardi), Spagna (43,7
miliardi) e Germania (40,9 miliardi). L'Italia sarebbe invece in
controtendenza per quanto riguarda la politica di coesione, con
un aumento da 34 a 43 miliardi di euro circa rispetto alla
dotazione 2014-2020, potendo destinare queste risorse a quelle
che l'Unione Europea, nella futura programmazione, definisce
regioni meno sviluppate (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria,
Sicilia, Sardegna e Molise), regioni in transizione (Abruzzo,
Marche e Umbria) e regioni più sviluppate (Valle d'Aosta,
Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, provincia di Bolzano,
provincia di Trento, Friuli Venezia-Giulia, Emilia Romagna,
Toscana e Lazio).