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CRV - Cultura: inaugurata mostra ‘4444 Acqua e Fuoco' degli scultori Marco Martalar e Toni Venzo.

PressRelease

CRV - Cultura: inaugurata mostra ‘4444 Acqua e Fuoco' degli scultori Marco Martalar e Toni Venzo.

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Oggi, a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale Veneto

22 gennaio 2019, 14:38

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Cultura - "Inaugurata a palazzo Ferro Fini la mostra '4444 Acqua e Fuoco', degli scultori Marco Martalar e Toni Venzo"

(Arv) Venezia 22 gen. 2019 - E’ stata inaugurata oggi, a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, la mostra ‘4444 Acqua e Fuoco’, degli scultori Marco Martalar e Toni Venzo.

Il Presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti ha portato i saluti istituzionale e ha sottolineato come “sono molte le suggestioni offerte dalla mostra ‘4444 Acqua e Fuoco’, di Toni Venzo e Marco Martalar, che sin dal titolo dichiara il legame profondo con il territorio: 4444  sono gli scalini che da Calà del Sasso dall’Altipiano di Asiago conducono, per la Val Frenzela, a Valstagna, lungo un sentiero realizzato attorno al 1398 sotto la signoria di Gian Galeazzo Visconti; una lunghissima scalinata, scavata per grandi tratti nella roccia, in grado di superare 750 metri di dislivello grazie appunto a ‘4444 gradini di pietra fiancheggiati da una canaletta selciata concava per la quale venivano divallati i tronchi’”. “Lungo questi  sentieri –  ha continuato Ciambetti - il pensiero oggi corre immediatamente ai nostri boschi e al disastro di fine ottobre e primi di novembre scorso. Questa mostra, arte lignea, dunque è anche un omaggio alla nostra terra ferita, alla nostra fragilità, alla nostra storia. Non a caso i nostri due artisti ci presentano altre provocazioni, specialmente in questa città, Venezia, che sorge su un vero e proprio bosco di pali, una autentica foresta giunta dalle nostre montagne venete e dell’Istria, trasportata dai fiumi e approdata in laguna come ci ricordano due ‘zattere’ narrate da Venzo e Martalar nel video prodotto per questa mostra ed esposte a Ca’ Rezzonico, l’altra prestigiosa sede espositiva di questa iniziativa culturale singolarissima, in cui i veri protagonisti sono gli alberi forgiati dagli elementi, dall’acqua e dal fuoco, che definiscono e completano l’opera scolpita nel legno  dagli artisti.  Acqua, fuoco e legno sono elementi fondamentali: ci sarebbero molte altre suggestioni che questa mostra sollecita: ad esempio le considerazioni sullo sviluppo dell’arte lignea e la scultura contemporanea proprio in quel singolare bacino culturale che dal Veneto, per la terra dei Cimbri, si sviluppa nell’ambito ladino per arrivare poi nelle vallate germanofone del Tirolo”. “A chi, invece,  sostiene che il legno non sia materiale nobile – ha concluso Roberto Ciambetti -  rispondo che nella Firenze del Quattrocento  erano 84 le botteghe dei mastri legnaioli e che una delle più alte realizzazioni dell’arte italiana, un capolavoro impressionante, è proprio la Maddalena Penitente che Donatello realizzò a Firenze di ritorno dal suo decennale soggiorno padovano. Come vedete le ascendenze nobili ci sono tutte come c’è anche una interessantissima rete di artisti contemporanei che, al pari dei nostri Venzo e Martalar, hanno chiara fama internazionale. Invito quindi tutti a visitare questa mostra, per poi passare a Ca’ Rezzonico dove, a partire da giovedì prossimo, continua l’esposizione dei nostri due maestri.  Anche grazie a loro, palazzo Ferro Fini continua nel suo essere luogo della cultura e non solo della politica, la casa di tutti i veneti che è sempre disponibile ad ospitare nelle sue stanze elevati momenti di cultura veneziana e veneta. Questa mostra ha anche l’importante valenza di onorare i 100 mila ettari di bosco che sono stati distrutti dal maltempo che ha colpito la nostra regione. Devo ringraziare oltre alla collega Donazzan, Ermelinda Damiano, Presidente Consiglio Comune di Venezia, Gabriella Belli, Direttore MUVE, Chiara Casarin, nostra rappresentante come membro del Comitato scientifico delle Gallerie dell’Accademia e Direttrice del Museo Civico di Bassano, Roberto Valente, Segretario Generale del Consiglio, e le sue preziose collaboratrici delle Relazioni esterne: una mostra è il risultato del lavoro di molti e se abbiamo colto questo risultato, è anche merito loro”.

Assessore regionale Elena Donazzan: “Ho seguito fin dall’inizio l’iter di questa mostra e ringrazio in particolare il Presidente Ciambetti e il Segretario Generale del Consiglio Valente per aver aperto questo nobile palazzo al meglio della cultura e dell’arte veneta. Venezia è una città costruita sulla pietra e sul legno e questa mostra ci insegna come le sapienti mani dell’uomo, proprio quelle che edificano le città, possono trasformare il legno e farlo diventare esperienze ed emozioni, anche con l’aiuto di un nobile elemento come il fuoco. La mostra collega idealmente la nostra montagna, i nostri fiumi, con l’acqua e Venezia, e può così ben raccontare le migliori tradizioni del Veneto”.

Ermelinda Damiano, Presidente del Consiglio comunale di Venezia: “Porto i saluti del Sindaco Brugnaro e di tutta l’Amministrazione comunale, e ringrazio il Presidente Ciambetti per aver creduto in questo progetto artistico che collega idealmente il capoluogo lagunare con la terraferma, sottolineando i profondi legami che Venezia ha da sempre con tutta la regione”.

Gabriella Belli, Direttore Musei Civici Venezia: “E’ per me una grande soddisfazione vedere come l’arte contemporanea venga ospitata in prestigiose sedi istituzionali come oggi a palazzo ferro Fini e da giovedì prossimo a Ca’ Rezzonico. L’arte contemporanea ci fa riflettere sul nostro passato e sa proiettarci nel futuro. Queste opere non citano, non fanno parodia, ma riescono, con l’allusione a quanto è stato creato prima, a librarsi in aria come oggetti autonomi e originali, che fanno assolutamente parte della nostra percezione temporanea. Fare arte contemporanea è pensare al futuro, è questo il valore aggiunto delle opere di Vanzo  e Martalar”.

Laura Gallon, Premio Arte e Laguna: “Ringrazio il Consiglio regionale del Veneto per ospitare da oggi questa mostra, e i privati che hanno sostenuto il progetto, dimostrando di credere nella nostra arte e nella nostra cultura. I due artisti si conoscono da tempo e assieme formano un connubio artistico straordinario. Scolpire il legno vuol dire modellare qualcosa di assolutamente vivo, che regala serenità interiore”.

Toni Venzo, artista: “Vivo dove scorre il fiume Brenta, che attraversa una profonda valle tra cime e boschi e raggiunge poi l’apertura del mare nel litorale veneziano. Proprio lo scorrere dell’acqua, armonioso e lento, è presente nelle linee fluide delle mie creazioni che, con eleganti vibrazioni, si confondono con le forme del fiume. Il legno è un materiale nobile ed ispira questa mostra, è al primo posto, anche perché Venezia è stata costruita sugli alberi. Le nostre opere cercano di elevare lo spirito di chi le guarda, verso l’infinito, proprio come fa l’albero che scendendo dalla montagna verso la laguna si trasforma, punta verso l’alto, cerca appunto l’infinito e guarda oltre. Questa mostra lancia un messaggio che dal passato attraversa il presente, diretto al futuro; La storia siamo noi, e ci deve portare a costruire il nostro futuro. Con il collega Marco Martalar siamo acqua e fuoco, diversi ma al contempo anche molto simili, consapevoli che è proprio l’unione a fare la forza. Con le nostre creazioni abbiamo voluto collegare l’Altopiano e la Valbrenta con Venezia”.

Marco Martalar, artista: “Con la mia arte parlo il linguaggio del fuoco che scava il legno, modellandolo senza distruggerlo. Appartengo all’antica etnia del popolo cimbro, scolpisco il legno con la forza, l’energia e l’atmosfera misteriosa dei miti e delle leggende che appartengono ai miei boschi. D’altra parte, il fuoco è l’elemento che contraddistingue la mia famiglia e il mio territorio, ad iniziare dal modo di riscaldarci e vincere il freddo. Il legno è soprattutto il simbolo della sofferenza del territorio, anche alla luce del disastro ambientale dello scorso 29 ottobre. Gli alberi ci parlano, raccontano i propri disagi, ci comunicano che qualcosa non va, ma vanno saputi ascoltare. Dobbiamo rispettare la natura, essere umili al suo cospetto, collaborare con la montagna e operare uno scambio equo: se le piante ci donano ossigeno, noi cosa diamo in cambio?”.

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