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CRV- Prosegue l'esame del PSSR 2019-2023.

PressRelease

CRV- Prosegue l'esame del PSSR 2019-2023.

PressRelease

Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Oggi in Consiglio regionale del Veneto

18 dicembre 2018, 18:29

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Politica - Il Consiglio regionale ha proseguito nel pomeriggio l'esame del PSSR 2019- 2023 con l'intervento del correlatore Sinigaglia.

(Arv) Venezia 18 dic. 2018 - Il Consiglio regionale del Veneto ha ripreso i lavori alle ore 14.45 con l’esame del PSSR 2019- 2023. E’ intervenuto il correlatore Claudio Sinigaglia (PD) che ha sottolineato: “Non è possibile esaminare il nuovo Piano Socio Sanitario Regionale in assenza dell’Assessore regionale alla Sanità. Manca così la regia politica della programmazione sociosanitaria. Una assenza, questa, che ha dell’incredibile, per quanto la Giunta sia organo collegiale. Poi, più che un Piano ci troviamo di fronte a tanti atti preparatori, a un testo tecnico che non possiede la necessaria programmazione politica della sanità e che non rispetta il modello veneto dell’integrazione socio sanitaria. Manca innanzitutto una seria valutazione delle conseguenze scaturite dopo l’approvazione della Legge 19, che ha istituito Azienda Zero e ridotto il numero delle Ulss. La Quinta Commissione, nell’affrontare l’esame del PSSR, non ha voluto il dialogo con i Direttori Generali delle Ulss, i quali sono manager chiamati a dirci gli aspetti positivi ma soprattutto le criticità della sanità regionale. Siamo di fronte a una grave colpa del Presidente Boron. Dobbiamo iniziare con dare puntuali risposte ad alcune fondamentali domande: perché i medici si licenziano e si allontanano dagli Spoke e sono in fuga dal Sistema Sanitario Pubblico? Dobbiamo valutare se Azienda Zero è veramente al servizio delle Ulss. Inoltre, che senso ha chiudere l’assistenza infermieristica notturna con un semplice provvedimento o affidare i servizi di assistenza a cooperative? Bisogna dare qualità ai servizi, non semplicemente farli costare di meno. Così stiamo spingendo i cittadini sempre più verso la sanità accreditata privata. Perché poi i sindaci non riescono più ad avere un proficuo contatto con i Direttori Generali? La filiera delle Ulss è evidentemente troppo lunga e in effetti l’ha compreso anche la Maggioranza, che ha sostituito le vecchie Ulss con i Distretti. Questo non è un Piano della continuità, non è un suo aggiornamento, ma si pone in netta discontinuità con quello precedente. Innanzitutto, in quanto è stato un errore clamoroso aver eliminato la parola ‘integrate’ dalle Medicine di Gruppo Integrate, che così rimangono solo Medicine di Gruppo, causando gravissime ripercussioni sull’erogazione dei servizi socio assistenziali nel territorio. Da un servizio garantito dodici ore al giorno, dalle 8 alle 20, si passa a una copertura di solo otto ore, quattro al mattino e quattro al pomeriggio. La Maggioranza le ha sostituite con le Medicine di Gruppo Accreditate, uno scivolone verso il Privato. La cronicità sarà ora presa in carico solo dalla Medicina Specialistica, con un aggravio dei costi per le famiglie. Manca la riforma delle Ipab e rimane irrisolto il problema della non autosufficienza. Ad ogni modo, come Partito Democratico, abbiamo presentato alcuni emendamenti migliorativi al Piano, che testimoniano il nostro atteggiamento costruttivo, in particolare con riferimento alla promozione della cultura della donazione, alla attivazione della tessera sanitaria elettronica, all’istituzione del registro delle liste di attesa preso ogni Ulss, per l’attivazione del 70 percento delle Medicine di Gruppo Integrate nel prossimo biennio, per l’attivazione della rete clinica del disturbo alimentare, per contrastare l’emergenza da West Nile. Servono maggiori risorse per la cronicità, per i minori, i disabili, la salute mentale. Auspico una maggiore autonomia di programmazione da parte del Consiglio regionale, che fino ad ora è stato troppo succube della Giunta e dei suoi tecnici”.

L’Assessore regionale al Sociale Manuela Lanzarin: “Con umiltà voglio replicare ad alcune affermazioni sentite prima. Ho assistito sempre ai lavori della Quinta Commissione, ho sentito tutte le audizioni con i soggetti portatori di interesse, credo quindi di avere oggi tutti gli elementi per dare risposte alle molte sollecitazioni ricevute. Il Piano è in assoluta continuità con quello precedente, il quale si era molto concentrato sulla rete ospedaliera e la distinzione tra Ospedali Hub e Spoke. Con questo Piano, confermiamo assolutamente quella rete ma cerchiamo anche di dare risposte ai rinnovati bisogni assistenziali della popolazione, alla luce delle novità legislative nel frattempo intervenute, in primis la Legge 19 che ha istituito Azienda Zero e ha riformato le Ulss riducendone il numero. Altre Regioni ci hanno copiato e vuol dire che il Veneto ha fatto da apri pista a una nuova gestione della materia sociosanitaria. Avremo tempo e modo per rivedere alcune criticità e per migliorare. Le Aziende Sanitarie sono state liberate da incombenze amministrative e burocratiche per concentrarsi sulla salute e il benessere della popolazione. I 26 Distretti diventano il fulcro del territorio, un territorio che diventa quindi protagonista del Piano. I comuni hanno un ruolo importante e continueranno ad averlo, con i Piani di Zona e il coinvolgimento su tematiche importanti quali disabilità, povertà, servizi alla persona, agli anziani e sulla non autosufficienza. Sicuramente va affrontato il problema dell’invecchiamento della popolazione. Non dobbiamo solo riformare le Ipab, ma l’intero servizio della residenzialità, che coinvolge pubblico e privato. Ci sarà una Legge Quadro sulla non autosufficienza, sulla residenzialità e la presa in carico degli anziani. Va affrontata la sfida della cronicità, con scelte lungimiranti che investano la carenza dei medici, degli infermieri, degli OSS, con un tentativo di richiamare il Governo Nazionale a ripensare a queste problematiche. Il vero problema è infatti il reperimento del personale e il passaggio di risorse umane tra una struttura e un’altra. Non abbiamo smantellato le Strutture intermedie, ma le abbiamo riviste e riprogrammate, anche alla luce delle novità legislative. Non abbiamo neppure smantellato le Medicine di Gruppo, che hanno incontrato notevoli difficoltà nei territori, soprattutto legate al lavorare assieme. Ma non abbiamo cambiato idea, non le vogliamo certo smantellare, rimaniamo convinti che siano un presidio importante, rimettendo al centro la persona. Nessun licenziamento di personale. Le Medicine di Gruppo avranno caratteristiche diverse e saranno presenti nei territori là dove saranno veramente necessarie. Non vogliamo mettere in discussione l’universalità delle cure. Do atto del positivo apporto garantito dalle opposizioni, perché alla fine abbiamo un obiettivo unico, in comune: migliorare i servizi socio sanitari e riportare al centro la cura della persona”.

La seduta è stata sospesa alle ore 18 e proseguirà domani, mercoledì 19 dicembre, a partire dalle 10.30 con l'esame degli emendamenti.

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