(ANSA) - ROMA, 7 NOV - Sono 57 i Gesuiti uccisi negli ultimi 50 anni a causa del loro impegno nella difesa della giustizia e degli ultimi. Sono 'martiri' per la Congregazione anche se non ancora in senso stretto per la Chiesa. Queste figure sono state ricordate nell'incontro internazionale dei Gesuiti a Roma per il 50° anniversario del Segretariato per la Giustizia sociale e l'ecologia.
Anche il Papa, incontrando i partecipanti all'evento, oggi ha sottolineato che "la vita e la morte dei martiri sono un incoraggiamento al nostro servizio agli ultimi".
"La causa di beatificazione più vicina alla conclusione è quella di padre Rutilio Grande Garcia", riferisce il Superiore generale dei Gesuiti, p. Arturo Sosa. "Siamo convinti che accadrà presto", aggiunge. Padre Rutilio Grande, salvadoregno, fu ucciso da sicari governativi il 12 marzo 1977 mentre celebrava la messa. Con lui uccisi anche due contadini che potrebbero essere beatificati insieme al religioso. L'impegno di Rutilio Grande ispirò San Oscar Romero, il vescovo del Salvador che fu ucciso anche lui, nel 1980, dai paramilitari mentre celebrava messa.
Il direttore del Segretariato per la giustizia sociale e l'ecologia, l'indiano Xavier Jeyaraj, sottolinea che "i 'martiri', tra virgolette perché non sono tutti ufficialmente riconosciuti come tali, sono persone che hanno lottato per la giustizia in tutto il mondo e che sono state uccise per la loro fede e perché accompagnavano la gente vulnerabile, come Papa Francesco ci invita a fare". Tra le figure più conosciute di questi religiosi che hanno scelto di stare accanto agli ultimi fino a perdere la vita ci sono padre Thomas Gafney, ucciso in Nepal, p. Frans van der Lugt, in Siria, e padre Victor-Luke Odhiambo, ucciso in Sud Sudan. "Persone che hanno condiviso la vita degli emarginati mentre sarebbero potute andare via, e invece sono rimaste volutamente in mezzo alla gente, in quelle situazioni di rischio per condividerne le sofferenze", sottolinea p. Jeyaraj.
Oltre ai 57 religiosi sono "moltissimi", come ha detto padre Sosa, anche i laici e le laiche morti mentre collaboravano con la Compagnia di Gesù sul fronte della giustizia e dell'aiuto ai poveri.
Le storie dei 57 Gesuiti assassinati sono raccolte in un volume curato da Valeria Mendez de Vigo in occasione del congresso. "I frutti della loro testimonianza - sottolinea l'autrice - sono molti ancora oggi".(ANSA).