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Atto di riconciliazione polacco-ucraina

Dichiarazione siglata da primate Shevchuk e arcivescovo Gadecki

    Una dichiarazione per la riconciliazione polacco-ucraina è stata firmata da monsignor Sviatoslav Shevchuk, primate della Chiesa greco-cattolico ucraina, e dall'arcivescovo Stanislaw Gadecki, presidente della Conferenza Episcopale Polacca, a margine dei festeggiamenti per Nostra Signora di Czestochowa. L'arcivescovo maggiore Shevchuk ha partecipato ai festeggiamenti come ospite internazionale. La sua presenza a Jasna Gora, ha detto mons. Gadecki, è "una testimonianza del dialogo polacco-ucraino, condotto per oltre trenta anni dalle nostre Chiese".

    La dichiarazione congiunta è intitolata "In Amore e in Verità", ed è stata firmata il 27 agosto a Jasna Gora. Essa sottolinea l'intenzione di "guardare alla nostra storia con spirito evangelico, vale a dire che: nella verità, nell'amore e nel perdono. Senza questi nessun dialogo è possibile". Guardando alla storia delle relazioni polacco-ucraine, nella dichiarazione si riconosce il ruolo nel percorso di riconciliazione svolto da Giovanni Paolo II, del card. Jozef Glemp e dell'arcivescovo Jozef Michalik, per parte polacca, e dai cardinali Miroslaw Lubaczowski e Lubomyr Husar per parte ucraina.

    La prima riunione per la riconciliazione ucraina-polacca si tenne a Roma dal 7 al 17 ottobre 2017. Due, in particolare, gli episodi di guerra che richiedevano perdono e riconciliazione: il massacro di Volyn e l'operazione Vistola. Nel 2001, durante il viaggio di San Giovanni Paolo II in Ucraina, il cardinale Husar sottolineò nel suo discorso l'importanza del percorso di riconciliazione e arrivò a pronunciare la parola "scusa". In quel viaggio, Wojtyla parlò della necessità di una "purificazione della memoria". La dichiarazione di Shevchuk e Gadecki fa riferimento a quelle parole, dichiarando di voler "costruire un buon futuro e di fare passi che porteranno le nostre comunità ad essere più vicine insieme".

    "Attraverso incontri di preghiera, solenni celebrazioni dell'Eucarestia nei riti romano e ucraino-bizantino, pellegrinaggi verso santuari importanti per entrambi i riti, iniziative di formazione e simposi, vogliamo approfondire la nostra conoscenza delle nostre tradizioni e la nostra storia, specialmente nelle generazioni più giovani", Si legge ancora nella dichiarazione. Infine, il testo esprime la speranza che Giovanni Paolo II sia proclamato patrono della riconciliazione polacco-ucraina, con il consenso della Santa Sede.

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