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Papa: no a cultura della morte e disprezzo dell'altro

L'abbraccio di 90mila giovani. Bassetti, "chiamati a dovere accoglienza"

    Per fare il giro con la 'papamobile' tra i 90 mila giovani da tutta Italia che oggi lo hanno stretto nel loro abbraccio in Piazza San Pietro, il Papa deve 'sconfinare' dal Vaticano e percorrere anche Via della Conciliazione, salutato e acclamato dalla folla. Un'entusiastica e pacifica 'invasione', quella dei ragazzi e ragazze giunti in pellegrinaggio da 195 diocesi italiane su 226 per l'incontro pre-Sinodo voluto dalla Cei, che ha fatto seguito alla veglia con Francesco di ieri sera al Circo Massimo e che li ha visti in tanti, dopo la Notte Bianca nelle chiese romane, dormire in terra, all'alba di stamane, nella zona attorno a San Pietro.

    A chiusura della festosa due-giorni, all'Angelus il Papa ha conferito ai giovani italiani il mandato missionario e benedetto i doni che porteranno alla Gmg di Panama del prossimo gennaio: il Crocifisso di San Damiano e la Statua della Madonna di Loreto. E soprattutto ha affidato loro sollecitazioni morali di forte significato. "Rinunciare al male significa dire 'no' alle tentazioni, al peccato, a satana. Più in concreto significa dire 'no' a una cultura della morte, che si manifesta nella fuga dal reale verso una felicità falsa che si esprime nella menzogna, nella truffa, nell'ingiustizia, nel disprezzo dell'altro. A tutto questo, 'no'!", ha detto Bergoglio, per cui "il cristiano non deve essere ipocrita, deve vivere in maniera coerente".

    "Oggi vi esorto ad essere protagonisti nel bene!", il suo richiamo. "Non sentitevi a posto quando non fate il male; ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto". "Non basta non odiare, bisogna perdonare - ha aggiunto -; non basta non avere rancore, bisogna pregare per i nemici; non basta non essere causa di divisione, bisogna portare pace dove non c'è; non basta non parlare male degli altri, bisogna interrompere quando sentiamo parlar male di qualcuno". "Se non ci opponiamo al male lo alimentiamo in modo tacito - ha detto -. È necessario intervenire dove il male si diffonde; perché il male si diffonde dove mancano cristiani audaci che si oppongono con il bene, 'camminando nella carità', secondo il monito di San Paolo". Esortando quindi i giovani a "camminare nella carità, camminare nell'amore", Francesco ha auspicato che "ciascuno di noi, ogni giorno, con i fatti, possa dire 'no' al male e 'sì' al bene".

    Per Francesco, "non basta non fare il male per essere un buon cristiano; è necessario aderire al bene e fare il bene". "Tante volte capita di sentire alcuni che dicono: 'Io non faccio del male a nessuno', e si crede di essere un santo - ha osservato -. D'accordo, ma il bene lo fai? Quante persone non fanno male, ma nemmeno il bene, e la loro vita scorre nell'indifferenza, nell'apatia, nella tiepidezza". Quest'atteggiamento "è contrario al Vangelo, ed è contrario anche all'indole di voi giovani, che per natura siete dinamici, appassionati e coraggiosi". "Ricordate questo - ha poi detto, invitando i giovani a ripetere con lui -: 'E' buono non fare il male, ma è 'malo' (cattivo, ndr) non fare il bene'. Questo lo diceva San Alberto Hurtado".

    Prima dell'arrivo del Papa in piazza, la messa concelebrata dal cardinale presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, con i 120 vescovi presenti. "Un vero lievito di speranza per la nostra Chiesa e per la nostra stessa società", ha definito Bassetti i tanti giovani partecipanti al pellegrinaggio, nonostante "la precarietà lavorativa" e le "tante emergenze che sta attraversando il nostro Paese". E ricordando poi anche i "tanti giovani" che "devono rifugiarsi o migrare in altri Paesi a causa di guerre o dittature o carestie", il presidente dei vescovi non ha mancato di rammentare che "siamo sempre chiamati al dovere dell'accoglienza, in qualsiasi condizione ci troviamo".

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