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Papa: non pensare alle entrate, vera Chiesa è in disavanzo

"Gli adulti imparino dai ragazzi sulla protezione della natura"

    "Abbiamo bisogno di una Chiesa libera e semplice, che non pensa ai ritorni di immagine, alle convenienze e alle entrate, ma ad essere in uscita". Papa Francesco si rivolge così, nella restaurata Aula delle benedizioni, ai partecipanti all'incontro "La Chiesa in uscita. Ricezione e prospettive di Evangelii Gaudium", promosso dal Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione. E subito aggiunge uno dei suoi commenti 'a braccio': "Qualcuno diceva che la vera Chiesa di Gesù, per essere fedele, sempre deve essere in disavanzo nei bilanci. È buono questo: il disavanzo".

    Una battuta, certo. Ma che rispecchia quanto nella Chiesa di Francesco al centro sia la missione evangelizzatrice, oltre all'opzione preferenziale per i poveri, non certo la conservazione dei beni e delle sostanze. Una battuta, tra l'altro, che solo apparentemente cozza con quanto detto dal Pontefice durante il volo di ritorno da Tokyo, a proposito dell'ultimo scandalo delle finanze vaticane, dei palazzi di pregio acquisiti al centro di Londra con fondi dell'Obolo di San Pietro, attorno ai quali si sono incentrati sospetti di corruzione e peculato.

    "La buona amministrazione normale: ti arriva la somma dell'Obolo di San Pietro, e che cosa faccio, la metto nel cassetto? No, questa è una cattiva amministrazione! - ha affermato il Pontefice nella conferenza stampa in aereo - Cerco di fare un investimento e quando ho bisogno di dare, quando ci sono le necessità, in un anno, si prendono (i soldi, ndr) e quel capitale non si svaluta, si mantiene o cresce un po'. Questa è una buona amministrazione. L'amministrazione del cassetto è cattiva. Ma si deve cercare una buona amministrazione, un buon investimento: chiaro questo?".

    Quindi tutt'altro che "bilanci in disavanzo" - ed è proprio il forte deficit nei conti che sta costringendo la Santa Sede a una radicale spending review -, tutt'altro che una visione pauperistica: bensì "buoni investimenti" che proteggano il capitale e i cui frutti si usino per le attività della Chiesa.

    "Chi evangelizza non può mai scordarsi di essere sempre in cammino, in ricerca insieme agli altri. Perciò non può lasciare indietro nessuno, non può permettersi di tenere a distanza chi arranca, non può chiudersi nel suo gruppetto di relazioni confortevoli", ricorda ancora il Papa ai convegnisti sulla Evangelii Gaudium, testo fondante del suo pontificato.

    E anche per quanto riguarda le "coppie ferite", le situazioni dolorose nei legami familiari - spiega ai partecipanti al corso della Rota Romana -, esse "non possono essere trattate con un approccio meramente burocratico, quasi meccanico. Si tratta piuttosto di entrare nel vissuto delle persone, che soffrono e che hanno sete di serenità e di felicità". Insomma, dinanzi alle "ferite sanguinanti" di queste coppie, la Chiesa "non può girare la faccia dall'altra parte", e "prima di tutto piange e soffre con loro; si avvicina con l'olio della consolazione, per lenire e curare; essa vuole caricare su di sé il dolore che incontra".

    Un'ulteriore, significativa considerazione arriva poi dall'udienza in Sala Nervi ai 2.500 bambini e ragazzi di 43 Paesi, riuniti nell'incontro "Io posso", promosso dalla Fidae (scuole cattoliche) a partire dall'enciclica Laudato sì. "Anche noi adulti possiamo imparare dai ragazzi che, per tutto ciò che riguarda la protezione della natura, sono all'avanguardia". Una vera e propria strizzata d'occhio ai Fridays for Future e al movimento giovanile e globale contro i mutamenti climatici ispirato alla 16/enne Greta Thunberg.

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