(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 31 GEN - La ricostruzione di un
partito unico dei cattolici, stile vecchia Democrazia Cristiana,
è esclusa ma l'impegno dei cristiani nella politica, con un
coinvolgimento ampio, sinodale, e non ridotto alle sole elite,
sembra quanto mai urgente. L'appello arriva dalla prestigiosa
rivista dei Gesuiti, La Civiltà Cattolica. "Sentimenti di paura,
diffidenza e persino odio, del tutto alieni dalla coscienza
cristiana, hanno preso forma tra la nostra gente - sottolinea il
direttore, padre Antonio Spadaro - e si sono espressi nei social
networks, oltre che nel broadcasting personale di questo o di
quel leader politico, finendo per inquinare il senso estetico ed
etico del nostro popolo". Da qui la necessità di un rinnovato
impegno.
Padre Spadaro stigmatizza poi senza mezzi termini la
strumentalizzazione di simboli della fede: "Il potere politico -
scrive - oggi ha anche ambizioni 'teologiche'. Pure il
crocifisso è usato come segno dal valore politico" e "adesso è
Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio, a volte pure
con la complicità dei chierici". E avverte, ancora, che il
'nemico' "non è più solamente la secolarizzazione" ma "è la
paura, l'ostilità, il sentirsi minacciati, la frattura dei
legami sociali e la perdita del senso di fratellanza umana e di
solidarietà". Una situazione che non può lasciare indifferente
il mondo cristiano anche se, oggi, non si può "immaginare di
risolvere la questione mettendo i cattolici tutti da una 'parte'
(considerando tutti 'gli altri' dall'altra)".
Concorda il confratello gesuita, padre Francesco Occhetta che
in un'intervista a Jesus definisce un eventuale partito unico
dei cattolici "del tutto anacronistico". "Se invece parliamo
della ricerca dell'unità nel pluralismo, della presenza
pre-partitica dei cattolici e di un'offerta politica fatta da
cattolici e aperta a chi vuole aderire, tutto questo mi
sembra urgente", sottolinea Occhetta che ha appena pubblicato un
nuovo saggio intitolato 'Ricostruiamo la politica. Orientarsi
nel tempo dei populismi' (San Paolo).
E sempre dai Gesuiti, da sempre considerati l'intellighenzia
della Chiesa, arriva una 'stoccata' al reddito di cittadinanza.
Padre GianPaolo Salvini, in una riflessione sui problemi
irrisolti del Mezzogiorno, commenta: "C'è il rischio di ricadere
nell'intervento assistenziale senza che il Reddito di
cittadinanza consenta il reintegro, dal lato dell'offerta, di
coloro che sono espulsi dal mercato del lavoro. Non si creano
cioè realmente posti di lavoro e servizi sociali che possono
migliorare la qualità della vita".(ANSA).