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Papa: economia sacrifica vite umane, immolate ai profitti

Idoli chiedono sangue, da carriera a bellezza, da droga ai tarocchi

    "Gli idoli chiedono sangue", "schiavizzano", "promettono vita, ma in realtà la tolgono". E' perentorio l'anatema di papa Francesco contro ogni moderna idolatria, di cui ha trattato oggi nella prima udienza generale dopo la pausa estiva, dedicata nella Sala Nervi al Primo comandamento: "non avrai altri dei di fronte a me".

    "Tutto può essere usato come idolo - ha avvertito il Pontefice -. Stiamo parlando di una tendenza umana, che non risparmia né credenti né atei". E non si parla solo dei "falsi culti del paganesimo": l'idolatria, recita il Catechismo, "rimane una costante tentazione della fede. Consiste nel divinizzare ciò che non è Dio". Ed ecco che "il mondo offre il 'supermarket' degli idoli, che possono essere oggetti, immagini, idee, ruoli".

    Il Papa ha rievocato un episodio di quand'era arcivescovo di Buenos Aires e, andando a piedi da una parrocchia a un'altra, in un parco vide più di 50 tavolini ciascuno con due sedie e la gente seduta una davanti all'altra. Che cosa si faceva? I tarocchi. Andavano lì 'a pregare' l'idolo. Invece di pregare Dio che è provvidenza del futuro, andavano lì perché leggevano le carte per vedere il futuro. Questa è una idolatria dei nostri tempi". E ha domandato: "quanti di voi siete andati a farvi Leggere le carte per vedere il futuro? Quanti di voi siete andati a farvi leggere le mani per vedere il futuro, invece di pregare Il Signore? Questa è la differenza: il Signore è vivo; gli altri sono idoli, idolatrie che non servono".

    Per il Papa, "gli idoli esigono un culto, dei rituali; ad essi ci si prostra e si sacrifica tutto". E se "in antichità si facevano sacrifici umani agli idoli" anche oggi "per la carriera si sacrificano i figli, trascurandoli o semplicemente non generandoli". Anche "la bellezza chiede sacrifici umani. Quante ore davanti allo specchio! Certe persone, certe donne quanto spendono per truccarsi?! Anche questa è un'idolatria. Non è cattivo truccarsi; ma in modo normale, non per diventare una dea". La stessa "fama chiede l'immolazione di sé stessi, della propria innocenza e autenticità".

   Ma non solo: "il denaro ruba la vita e il piacere porta alla solitudine. Le strutture economiche sacrificano vite umane per utili maggiori. Pensiamo a tanta gente senza lavoro. Perché a volte capita che gli imprenditori hanno deciso di congedare gente, per guadagnare più soldi. L'idolo dei soldi". Secondo Francesco, "si vive nell'ipocrisia, facendo e dicendo quel che gli altri si aspettano, perché il dio della propria affermazione lo impone. E si rovinano vite, si distruggono famiglie e si abbandonano giovani in mano a modelli distruttivi, pur di aumentare il profitto. Anche la droga è un idolo. Quanti giovani rovinano la salute, persino la vita, adorando quest'idolo della droga".

    L'idolo è una "visione" che "tende a diventare una fissazione, un'ossessione", è "in realtà una proiezione di sé stessi negli oggetti o nei progetti". E "di questa dinamica si serve, ad esempio, la pubblicità: non vedo l'oggetto in sé ma percepisco quell'automobile, quello smartphone, quel ruolo, come un mezzo per realizzarmi e rispondere ai miei bisogni essenziali". "Io vi invito a pensare oggi - ha aggiunto -: quanto idoli ho o qual è il mio idolo preferito? Perché riconoscere le proprie idolatrie è un inizio di grazia, mette sulla strada dell'amore. Infatti, l'amore è incompatibile con l'idolatria: se un qualcosa diventa assoluto e intoccabile, allora è più importante di un coniuge, di un figlio, o di un'amicizia".

    L'attaccamento a un oggetto o a un'idea "rende ciechi all'amore". E così "per andare dietro agli idoli, possiamo persino rinnegare il padre, la madre, i figli, la moglie, lo sposo, la famiglia, le cose più care". "Per amare davvero bisogna essere liberi dagli idoli - ha concluso il Papa -. Qual è il mio idolo? Toglilo e buttalo dalla finestra!".

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