"Cristiani e musulmani: dalla competizione alla collaborazione". Si intitola così il messaggio augurale che il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso ha inviato ai musulmani del mondo in occasione del mese del Ramadan - iniziato quest'anno intorno al 16 maggio - e la festa di 'Id al-Fitr', che cade il 15 giugno.
Le riflessioni che il dicastero vaticano condivide con il mondo islamico "riguardano un aspetto vitale delle relazioni fra cristiani e musulmani: la necessità di passare dalla competizione alla collaborazione". "In passato - si rileva nel testo a firma del presidente, card. Jean-Louis Tauran, e del segretario mons. Miguel Angel Ayuso Guixot - le relazioni fra cristiani e musulmani sono state segnate troppo spesso da uno spirito di competizione, di cui si vedono le conseguenze negative: gelosia, recriminazioni e tensioni". In alcuni casi "queste hanno portato a violenti scontri, specialmente quando la religione è stata strumentalizzata, soprattutto a causa di interessi di parte e di moventi politici". "Tale rivalità interreligiosa - prosegue - ha segnato negativamente l'immagine delle religioni e dei loro seguaci, alimentando l'idea che esse non siano fonti di pace ma, piuttosto, di tensione e violenza".
Per prevenire e superare queste conseguenze negative, dice il Pontificio Consiglio, "è importante che noi cristiani e musulmani, pur riconoscendo le nostre differenze, ci rammentiamo di quei valori religiosi e morali che condividiamo. Riconoscendo ciò che abbiamo in comune e manifestando rispetto per le nostre legittime differenze, noi possiamo stabilire con ancor più fermezza un solido fondamento per relazioni pacifiche, passando dalla competizione e dallo scontro ad una cooperazione efficace per il bene comune". Ciò "è a vantaggio, particolarmente, dei più bisognosi e permette a tutti noi di offrire una testimonianza credibile dell'amore dell'Onnipotente per l'umanità intera". Per il dicastero vaticano, "noi tutti abbiamo il diritto e il dovere di rendere testimonianza all'Onnipotente al Quale rendiamo culto, di condividere le nostre credenze con gli altri, nel rispetto per la loro religione ed i loro sentimenti religiosi". "Per poter incoraggiare relazioni pacifiche e fraterne, lavoriamo insieme ed onoriamoci scambievolmente - conclude il testo -. In questa maniera daremo gloria all'Onnipotente e promuoveremo l'armonia nella società che è sempre più multietnica, multireligiosa e multiculturale".