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Balcani: Pilotto, Trieste sempre più loro porta occidentale

'Creare università ad hoc in porto franco vecchio'

26 aprile, 15:03

(ANSA) - TRIESTE - Ospitiamo di seguito un intervento del professor Stefano Pilotto, docente di Storia delle Relazioni Internazionali all'Università di Trieste, dal titolo "Trieste: uno sguardo verso i Balcani Occidentali". Pilotto è intervenuto di recente sull'argomento a un incontro promosso dalla Associazione Culturale Giovanile Serba, segnalando che la città di Trieste "dovrebbe sempre di più fungere da porta occidentale dei Balcani".

"I Balcani Occidentali identificano un'area che include cinque paesi sovrani (Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Albania ed Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia). Molto spesso a tali paesi viene aggiunto il Kossovo, che si è autoproclamato indipendente nel 2008, ma la cui indipendenza non è stata riconosciuta da tutta la comunità internazionale. Non essendo il Kossovo un paese membro dell'Organizzazione delle Nazioni Unite è più corretto continuare a considerarlo una provincia autonoma della Serbia sotto amministrazione temporanea da parte dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. Il vertice dell'Unione Europea di Sofia (17 maggio 2018) dovrebbe dare nuovo impulso alla fase di allargamento dell'Unione Europea ai Balcani Occidentali, ma già risulta interessante la posizione diplomatica che tre paesi (Spagna, Romania e Cipro) prenderanno, verosimilmente, di fronte a tale vertice: Madrid, Bucarest e Nicosia non saranno presenti al vertice se il Kossovo verrà invitato a partecipare alla stregua degli altri paesi sovrani.

Il Kossovo, infatti, dalla Serbia considerato come un'area sacra del proprio territorio nazionale (la provincia di Kossovo e Metohia), la terra delle chiese e dei monasteri, la terra ove vennero custodite le vestigia ed i documenti più importanti della civiltà serba, la terra ove venne combattuta la battaglia epica (1389), che suggellò la definizione della nazione serba e la sua consacrazione storica, è stato invitato dall'Unione Europea a partecipare al processo di allargamento dell'Unione Europea stessa come se fosse in tutto e per tutto un paese sovrano, benché cinque paesi dell'Unione Europea non ne abbiano riconosciuto l'indipendenza (Spagna, Slovacchia, Romania, Grecia e Cipro). Questo esempio indica che, al di là dei numerosi progetti di integrazione economica e politica per l'Area dei Balcani Occidentali promossi dall'Unione Europea (Processo di Berlino per i Balcani Occidentali), occorre prima di tutto affrontare efficacemente e definitivamente le questioni relative ai problemi politici dell'area, come la questione dello status del Kossovo, il nome della Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, la architettura statuale e la completa indipendenza della Bosnia-Erzegovina.

Riguardo il ruolo che la città di Trieste potrebbe svolgere per la stabilizzazione dei Balcani Occidentali, sembra che il periodo attuale sia molto favorevole per sostenere un'attività crescente da parte della città di Trieste e della regione Friuli-Venezia Giulia nei confronti della regione dei Balcani Occidentali: sia lo sviluppo del porto di Trieste come estremità europea di progetti di ampio raggio (la nuova via della seta da parte della Cina), sia la realizzazione attiva da parte del futuro nuovo governo regionale del Friuli-Venezia Giulia per lo scambio culturale e commerciale con l'area dei Balcani Occidentali, sia la realizzazione di iniziative nel campo della educazione giovanile possono dare impulso a tale ruolo, favorito dalla posizione geopolitica di Trieste. La città di Trieste, infatti, dovrebbe sempre di più fungere da porta occidentale verso i Balcani e le istituzioni locali dovrebbero puntare con coerenza e amalgama a tale obiettivo strategico. Una iniziativa che potrebbe allinearsi con tale progetto sarebbe la realizzazione di una università dei Balcani da crearsi nell'area del porto franco vecchio di Trieste, con programmi di scambio come un Erasmus per i Balcani, che permettano alla gioventù occidentale di conoscere sempre più la gioventù dei paesi balcanici, favorendo una comunione dialettica e culturale che avvii processi di pace, di stabilizzazione e di cooperazione con l'area balcanica. La cultura, in altri termini, dovrebbe precedere la politica e la politica dovrebbe precedere l'economia". (ANSA).

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