(ANSA) - GENOVA, 13 GIU - Secondo un sondaggio effettuato
dalla società di consulenza PwC, presentato a Genova in
occasione del convegno 'Toward Autonomous Ships', organizzato da
Il Secolo XIX/The MediTelegraph, l'80% degli operatori del
settore si aspettano un forte incremento dell'automazione nello
shipping già a breve termine, mentre il 30% ritiene prossima la
diffusione di navi a guida autonoma. La strada verso la
cosiddette autonomous ships sembra quindi segnata, come ha
ricordato Henrik Grönlund, sales manager for remote & autonomous
operations Rolls Royce, secondo il quale già quest'anno saranno
implementati sistemi di assistenza in remoto alle navi, dal 2020
saranno operative le prime unità completamente autonome in
ambito locale, mentre è previsto per il 2025 il debutto di navi
autonome su servizi a corto raggio. Entro la fine del prossimo
decennio potrebbero comparire le prime navi autonome anche su
servizi oceanici a lungo raggio. Il futuro, quindi è dietro
l'angolo? Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti e managing
director di Esa Group (società specializzata nella formazione e
gestione di equipaggi) è cauto: "Ben vengano le nuove tecnologie
nello shipping, settore che dopo il 1957, quando venne
introdotto il container, non ha più sperimentato grandi
innovazioni ma non credo che le navi autonome diventeranno
realtà diffusa a breve termine. Motivo per cui non mi pare ci
siano rischi immediati sulla riduzione del lavoro marittimo".
Per Duci le navi a guida autonoma potrebbero avere senso su
rotte brevi e specifiche "ma nei traffici oceanici tutto è molto
più complesso. La flotta attuale ha ancora una vita utile di 20
anni: cosa facciamo con questi mezzi? Li buttiamo?". Quello che
è certo invece secondo Duci è che "più tecnologia a bordo, senza
arrivare all'estremo delle navi autonome, potrà migliorare la
vita dei marittimi".
(ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA