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Via della seta: Rixi, gli accordi con la Cina saranno trasparenti

Schema Genova e Trieste potrebbe essere replicato in altri scali

15 marzo, 22:32

Aprirsi con moderazione, fissare dei paletti, ma non perdere occasioni che potrebbero poi essere sfruttate da Paesi concorrenti, almeno in ambito marittimo e portuale, come la Francia. Devono essere questi, secondo il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi, i principi da seguire nella definizione degli accordi tra Italia e Cina che scaturiranno dal MoU la cui firma dovrebbe avvenire durante la visita italiana del presidente cinese Xi Jinping di fine marzo, e che riguarderanno anche in porti di Genova e Trieste. "Genova e Trieste - ha spiegato Rixi a margine del convegno Italian Summit LNG 2019 svoltosi a Livorno - sono stati scelti non per mancanza di rispetto verso gli altri porti, ma per la necessità di fare delle prove puntuali e trasparenti e vedere se i cinesi poi rispettano i patti. Perché se no mettiamo tutto il sistema portuale a rischio". Secondo Rixi i protocolli di collaborazione con soggetti cinesi che verranno siglati nei porti di Genova e Trieste, sono un tentativo di "avere
finalmente accordi trasparenti, mettere dei paletti è importante. Se funziona in queste due occasioni, potrebbe funzionare anche in altri scali. Oggi in Italia abbiamo già un presenza cinese nell'economia e sul territorio, molte aziende italiane sono acquisite da loro e abbiamo anche concessioni di terminal che iniziano ad essere controllate da loro. O ci diamo delle regole d'ingaggio o facciamo la fine della Grecia, e io
non vorrei farla", ha detto il viceministro riferendosi alla presenza cinese nel porto del Pireo.

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