Il Pd chiede di non cancellare in
Lombardia il 'quizzone' per la preselezionare dei direttori
generali di ospedali e Ats. Secondo il capogruppo Fabio Pizzul,
infatti, con la proposta di modifica della legge regionale
quadro sulla sanità, licenziata lunedì dalla giunta, e che ora
dovrà essere approvata dal Consiglio, c'è il rischio di tornare
"al metodo della spartizione pura".
L'assessore al Welfare Giulio Gallera risponde però che per
la selezione si applica la legge nazionale.
Con la loro introduzione nel 2015, ricorda il partito
democratico in un comunicato, le procedure di selezione scritta
e anonima degli ammessi al ruolo di direttori generali di
ospedali e ATS "portò per la prima volta a una scrematura
importante dei candidati alla direzione generale di ospedali e
Asl in base alle competenze dimostrate, con la bocciatura di
diversi dirigenti rimasti in carica per anni".
"Non vorremmo si tornasse al metodo della spartizione pura,
cancellando l'unico argine alla discrezionalità politica.
Ricordiamo ancora quando l'allora assessore leghista Bresciani
rivendicava la nomina politica dei direttori generali. Fontana -
sottolinea Pizzul - compie un passo nella direzione sbagliata e
noi contrasteremo in commissione in Aula questa modifica. La
terzietà e indipendenza della scelta, a partire dai componenti
della commissione che dovrà selezionare i candidati, è un
principio a cui non si può derogare".
"La legge Madia - replica Gallera - prevede espressamente ed
esclusivamente che la nomina dei dg avvenga solo per titoli e
colloqui. Il quizzone non è più previsto dalle leggi nazionali e
non è quindi più legittimo prevederlo".
"In questi giorni - assicurqa - stiamo nominando una
commissione esterna, composta da professori universitari, che in
maniera assolutamente indipendente valuterà i profili e gli
esiti dei colloqui dei candidati. La trasparenza è assolutamente
garantita".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA