Più autonomia alle Regioni per
quanto riguarda l'organizzazione dei Comitati etici e più spazio
alla Lombardia nell'ambito delle previsioni di assegnazione del
numero di Comitati etici. Sono le principali richieste di una
Risoluzione, approvata oggi all'unanimità dalla Commissione
consiliare Sanità. Il documento, illustrato dallo stesso
Presidente della Commissione, Emanuele Monti (Lega), verrà
discusso in una delle prossime sedute consiliari.
La deliberazione chiede che il riordino nazionale della
materia tenga conto del ruolo della Lombardia che già nel 2016
aveva approvato 268 sperimentazioni, il numero più alto a
livello nazionale, ponendosi come la regione più produttiva in
campo di trial clinici. Incentivare la ricerca sia sponsorizzata
che indipendente, valorizzare i Comitati etici virtuosi,
istituire un gruppo di lavoro permanente per approfondire e
valutare le problematiche di rilevanza nazionale sono altri
punti specificati nella Risoluzione.
Un provvedimento che si è reso opportuno in vista del
prossimo riordino nazionale che dovrà individuare al massimo 40
Comitati etici territoriali e almeno un Comitato per Regione.
Il Comitato etico è un organismo indipendente di
consultazione e di riferimento composto da personale sanitario e
non, per qualsiasi problema di natura etica che si possa
presentare in una struttura sanitaria sia per quanto riguarda la
pratica clinica sia per la ricerca biomedica. La sua funzione
principale è quella di fornire pareri, valutazioni o linee guida
dal punto di vista etico in merito a pratiche mediche di cura e
di ricerca. In tutta Italia attualmente sono operativi 97
Comitati etici. Lunedì scorso la Commissione aveva svolto
un'audizione sul tema con la Fondazione "the Bridge".
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