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Pasquale e Graziella, gli sfollati uniti dal ponte

Vedovi, condividevano molto ora anche casa. Insieme si è più forti

"La nostra vita sotto al ponte non ce la ridarà nessuno. Ci hanno risarcito il valore della casa, ma per tutto il resto nessuna somma potrà mai ripagarci tutto quello che abbiamo lasciato in via Porro da dove siamo fuggiti a corsa". Lo racconta con emozione Pasquale Ranieri, 87 anni, carpentiere napoletano, uno degli sfollati del Morandi. "Tutte le piccole cose che abbiamo comprato negli anni con sacrifici per abbellire la casa nessuno ce li ripagherà".

Accanto a lui, vedovo, c'è la compagna, Graziella Pistorio, 83 anni, che da anni ha perso il marito. Al momento del crollo condividevano sentimenti, ma vivevano in due case diverse nello stesso stabile in via Porro, sotto al Morandi. La tragedia li ha uniti definitivamente e vivranno sotto lo stesso tetto.

"In due siamo più forti dicono". Sono stati sfollati in albergo per un paio di mesi, poi sono andati in una casa in affitto. "Quel giorno ho sentito un boato fortissimo - ricorda Graziella - immediatamente ho chiamato Pasquale per capire cosa fosse accaduto, mi ha detto 'è crollato il Morandi esci da casa' e ci siamo trovati in strada disperati e bagnati come pulcini". Un anno dopo stanno per sistemarsi definitivamente. "Abbiamo visto un alloggio a Certosa che fa al caso nostro, stiamo per concludere l'acquisto".

Mesi di disagi e di momenti 'storici' come quello dell'abbattimento con l'esplosivo dei resti del ponte. "Quel giorno ero al cimitero sulla tomba di mia moglie. Il giorno prima era andato a vedere il ponte da lontano: è stato il mio saluto a quell'opera che ha segnato la mia vita", dice Pasquale. 

Graziella gli fa eco: "Ho vissuto 45 anni in quella casa che è stata sbriciolata, un dolore immenso. Ho lasciato lì tutta la mia vita". Non si sono però sentiti soli. "Sono stati fatti dei miracoli, abbiamo avuto tutti dalla nostra parte, siamo stati fortunati nella sfortuna. In altre parti d'Italia sono ancora in case di legno. Ora se tutto filerà liscio con i soldi che ci hanno dato per la perdita delle case ne compreremo una dove goderci assieme ciò che ci resta da vivere".

Intanto i lavori per il nuovo viadotto vanno avanti e Pasquale ne parla con orgoglio. "Mi fido di Renzo Piano, ce lo invidia il mondo, credo in quello che fa, sarà un viadotto autostradale, ma innovativo e funzionale e resistente, Genova ne ha bisogno". Il racconto di un anno da sfollati, Graziella e Pasquale lo chiudono con un pensiero sul futuro. "Faranno un parco là, sotto al ponte, se la vita ci assiste ci passeggeremo a lungo".

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