(ANSA) - MILANO, 18 MAG - "La stampante 3D cambierà il modo di fare impresa e deve essere pronta a essere integrata nel sistema produttivo aziendale. Oggi le stampanti 3D sono utilizzate al 90% per la prototipazione e al 10% per la produzione, ma sono convinto che nel giro di due o tre anni queste percentuali si invertiranno e diventerà preponderante la produzione". E' quanto sostiene il ceo di Sharebot, Arturo Donghi, fondatore dell'azienda brianzola, tra i principali produttori italiani di stampanti 3D.
"L'idea è nata nel 2012, in seguito a un articolo di Wired che parlava di un ragazzo di 26 anni che stava costruendo una stampante 3D. Casualmente vicino a casa mia - racconta Donghi all'ANSA in occasione di Technology Hub -. Così sono andato a trovarlo e ho visto una 'cosa' di legno che stava creando un fischietto. Mi sono innamorato e ho finanziato il progetto costruendo una squadra di cinque persone intorno". Nell'ottobre del 2013, a Nibionno (Lecco), nasce Sharebot che oggi ha 3.500 stampanti in giro per l'Italia utilizzate dal piccolo artigiano ai big dell'industria Made in Italy, oltre a essere presente all'estero.
"Le nostre stampanti sono pronte per essere utilizzate nella fabbrica 4.0, in quanto, possono essere connesse in rete e scambiare informazioni", spiega l'imprenditore, aggiungendo che l'azienda produce macchine nelle tre principali tecnologie: a filamento per la prototipazione, a resine per gioielleria e dentale, a polvere per scopi di ricerca universitaria. Sharebot negli ultimi tre anni ha investito più di un milione e mezzo in ricerca e sviluppo e ha un fatturato che supera i 2 milioni di euro. Inoltre, ha creato nove 'stores', che oltre a rappresentare dei punti vendita si pongono come "punti di assistenza, formazione e consulenza", perché oggi, secondo Donghi, "poche aziende sanno ragionare in 3D e siamo nella fase della comprensione". (ANSA).