Andiamo verso una società 'senza lavoro', una jobless society? E' la "provocazione" che dà anche il nome all'osservatorio sui cambiamenti del mondo del lavoro (il Jobless Society Forum, appunto) che oggi ha concluso il suo ciclo di appuntamenti con l'evento 'Lo stato del lavoro' alla Fondazione Feltrinelli di Milano.
Una provocazione che vuole ricordare, ha spiegato Enzo Mingione di Fondazione Feltrinelli, "che nella prospettiva delle società contemporanee c'è la possibilità che il lavoro diminuisca e su questo dobbiamo discutere. C'è uno scenario in cui, soprattutto nei paesi più avanzati, il lavoro è meno sicuro e meno pagato". E' un lavoro "cattivo: crescono occupazioni temporanee, poco pagate, i part time involontari. L'idea di questo evento quindi è di ragionare sullo Stato, sulla politica e su come possano intervenire e arginare questa trasformazione della società", ha concluso Mingione.
Tra i cambiamenti nel mondo del lavoro degli ultimi anni, in un'era digitale e globale, c'è l'automatizzazione. Motivo per cui, secondo Robert Wade, professore alla London School of Economics and Political Science che ha tenuto una lectio, il futuro è sinonimo di formazione. "I robot e l'intelligenza artificiale stanno rimpiazzando molte mansioni, ma non ancora lavori veri e propri - ha spiegato Wade -. Credo però che man mano che i software miglioreranno, acquisiranno sempre più in fretta la capacità di sostituirsi al pensiero e al giudizio dell'uomo. In un prossimo futuro si sostituiranno quindi anche le professioni: non solo, come sta succedendo già a lavoratori industriali e agli operai, ad esempio, ma anche a impiegati, avvocati, commercialisti, servizio clienti o radiologi".
Motivo per cui si deve puntare sulla formazione e sulle politiche del lavoro: "Le persone che lo hanno perso dovrebbero poter accedere facilmente alla formazione, a corsi pubblici di istruzione, essere in grado di acquisire nuove competenze per trovare un nuovo lavoro", ha spiegato. La formazione è fondamentale poi, se accompagnata da un reddito minimo garantito, come accade in Danimarca con il sistema di Flexicurity "che consente alle persone di vivere in modo decente: è una combinazione fondamentale per una società più civile".
Anche secondo l'economista Laura Pennacchi, il "dramma" del lavoro di oggi oltre ai bassi salari o agli orari, è anche il fatto che "l'innovazione tecnologica non viene diretta da un operatore pubblico illuminato, ma va verso la sostituzione al lavoro. Questo creerà sempre meno lavoro stabile". "Il capitalismo e l'innovazione tecnologica se lasciate a se stesse vanno verso una jobless society, ma non possiamo rassegnarci a questo", ha concluso durante il suo intervento.
Pennacchi ha poi criticato le politiche di "assistenzialismo come il reddito di cittadinanza, misure che richiedono molte risorse e hanno risultati poco soddisfacenti. Si dovrebbe invece recuperare uno spirito progettuale condiviso dalle istituzioni e degli enti locali come furono le brigate del Lavoro e del New Deal di Roosevelt".
In collaborazione con:
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli