(ANSA) - MILANO, 21 GIU - In Italia e in Europa l'adattamento agli stili di lavoro del futuro, dettati dalla trasformazione digitale, è diventato un tema centrale nelle strategie aziendali. La metà delle aziende italiane ha introdotto lo smart working e il 55,5% lascia decidere al dipendente (o sta pianificando di farlo) quando iniziare e finire la giornata lavorativa, mentre il 44,4% predispone, o sta predisponendo, la possibilità di affidare al dipendente la scelta di dove lavorare. E' la fotografia sul futuro del lavoro scattata da Dell Technologies e VMware in una ricerca commissionata a Idc. "Più del 45% delle imprese ha in programma un incremento degli investimenti relativi alla trasformazione del posto di lavoro nei prossimi 12 mesi", spiega il vicepresidente Enterprise Sales di Dell Technologies, Marco Fanizzi. Per il vicepresidente Commercial Sales, Filippo Ligresti, "le persone sono il cuore pulsante dell'attuale trasformazione digitale e le aziende sono chiamate a trasformare il proprio workplace per attrarre, trattenere e permettere ai migliori talenti di esprimersi al meglio". Sullo smart working l'Italia è dietro a Francia (56,36% imprese lo adottano) e Repubblica Ceca (50,91%), ma davanti a Germania (45,28%) e Spagna (42,86%). In questo scenario il 46% delle imprese italiane ha adottato nuove policy di sicurezza, leggermente al di sotto delle media europea (48%), mentre, sul fronte degli obiettivi l'Italia è distante dagli altri paesi Ue. Solo per il 37% delle imprese, contro il 40% europeo, il miglioramento dell'equilibrio tra vita lavorativa e privata dei propri dipendenti è tra i principali obiettivi dei programmi di smart working. Un valore ben distante dai livelli di Spagna (53,57%), Germania (49,06%) e Inghilterra (47,46%). "Molto più sentito, per le imprese nostrane, l'elemento dell'efficientamento dei costi, prioritario per il 48% degli intervistati (40% la media europea)", spiega lo studio. Tra le barriere che rallentano l'adozione di progetti legati allo smart working in Italia si segnalano soprattutto timori legati ad aspetti come sicurezza, privacy e governance aziendale.