Il rischio cyber diventa per la prima volta la principale preoccupazione per le imprese, insieme a quella per l'interruzione dell'attività. E' quanto emerge dal rapporto 'Allianz Risk Barometer 2019' realizzato da Allianz Global Corporate & Specialty, sulle opinioni di 2.415 esperti provenienti da 86 Paesi.
In seguito a grandi violazioni di dati, scandali sulla privacy, importanti interruzioni It e l'introduzione di norme più severe in materia di protezione dei dati nell'Unione europea (Gdpr) e in altri Paesi, gli incidenti informatici e l'interruzione di attività sono i principali rischi per le aziende a livello mondiale, indicati a pari merito dal 37% del campione, più sentiti delle catastrofi naturali (28%). I cambiamenti climatici (ottavo posto con il 13% delle risposte) e la carenza di manodopera qualificata (decimo posto, 9% delle risposte) sono i rischi cresciuti maggiormente a livello globale. Anche in Italia, i rischi più sentiti nel 2019 sono l'interruzione dell'attività (47% delle risposte), i rischi cyber e le catastrofi naturali (entrambi al 38%). New entry di quest'anno è la mancanza di qualità, difetti seriali, richiamo di prodotti (al quarto posto in classifica).
"La criminalità informatica costa oggi circa 600 miliardi di euro all'anno, contro i 445 miliardi del 2014, a fronte di una perdita economica media decennale per catastrofi naturali di 208 miliardi di dollari", viene evidenziato nel rapporto. Inoltre, "l'attività criminale utilizza metodi sempre più innovativi per entrare in possesso di dati, commettere frodi o estorcere denaro. Ma c'è anche una minaccia informatica crescente da parte di stati sovrani e gruppi di hacker che prendono di mira i fornitori di infrastrutture sensibili o sottraggono dati preziosi o segreti commerciali alle aziende.