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Italia del 4.0 è partita ma non è facile

Trovare equilibrio su salvaguardia lavoro e competività

Redazione ANSA MILANO

(ANSA) - MILANO, 15 GIU - "Il piano Calenda ha smosso le acque in un'Italia mediamente immobile per decenni dal punto di vista di innovazione industriale, ad eccezione di alcune eccellenze". E' quanto sostiene il responsabile della divisione Business applications and platform solutions di Atos Italia, Franco Prampolini, aggiungendo che la trasformazione tecnologica "significa trasformare i processi utilizzando tutte le nuove tecnologie a disposizione, dalla robotica agli analitics al cloud, ma significa anche cambiamento culturale, a fronte di un modo di lavorare che cambia da tutti i punti di vista".

Sul capitale umano si sofferma l'attenzione di Prampolini, il quale evidenzia come il rischio di una perdita di posti di lavoro sia "il problema fondamentale che è all'attenzione di tante realtà". "Bisogna trovare un equilibrio tra la salvaguardia sociale e il pericolo di essere tagliati fuori da una logica di business con cui bisogna confrontarsi all'estero". Sul fronte pratico, "elementi come robotica, predittività e cognitivo, fondamentali nella rivoluzione industriale, consentono di rendere più produttivi i posti di lavoro esistenti", sostiene l'ingegnere elettronico. Dal canto suo, Atos, che ha il suo quartier generale in Francia, ma ha anche due sedi in Italia, si sente "molto coinvolta in questa chiamata alla quarta rivoluzione industriale perché riguarda tematiche che fanno parte del nostro dna".

La società fornisce servizi di information technology ed è system integrator, per cui è chiamata, per missione, "a contribuire a questo questo fenomeno, attraverso l'unione degli elementi abilitanti allo stesso". In più "nel background di molte delle nostre persone ci sono competenze per il settore industriale", dice Prampolini.(ANSA).

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