Gli Spitzenkandidaten

Redazione ANSA

Il sistema degli Spitzenkandidaten (dal tedesco, “candidati di punta”) è stato utilizzato per la prima volta nel 2014 per nominare l'attuale presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. In base al meccanismo, la presidenza dell’esecutivo comunitario viene assegnata al candidato principale del partito politico europeo che ha ottenuto il maggior numero di seggi al Parlamento Ue. Nel 2014 Juncker era lo Spitzenkandidat del Partito popolare europeo (Ppe).

  

 

Il sistema degli Spitzenkandidaten, che ha l'obiettivo di rafforzare la legittimità democratica dell’esecutivo comunitario, è stato il frutto di un accordo tra i capi di Stato e di governo dell’Ue, l’Europarlamento e i gruppi politici. I Trattati Ue infatti non menzionano il meccanismo. Il Trattato di Lisbona prevede che il Consiglio europeo, deliberando a maggioranza qualificata, proponga un presidente della Commissione che l’Europarlamento deve poi confermare a maggioranza dei suoi membri.

In una risoluzione adottata nel febbraio del 2018, l’Eurocamera ha avvertito che respingerà i candidati alla presidenza della Commissione che non siano Spitzenkandidaten. Secondo gli eurodeputati, nel 2014 il sistema ha avuto infatti successo nell’instaurare un legame forte tra la scelta del presidente della Commissione e l’esito delle elezioni europee. Nessuno può tuttavia escludere che dopo il voto di maggio, per scegliere il successore di Juncker, non si torni ai meccanismi utilizzati prima delle europee del 2014.

Secondo l’Eurobarometro pubblicato lo scorso dicembre, il sostegno dei cittadini europei al metodo degli Spitzenkandidaten è molto forte. Il 63% degli intervistati ritiene che darebbe maggiore legittimità alla Commissione europea, mentre per 67% rappresenta un progresso significativo della democrazia nell’Ue.

 

 

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA