Elezioni europee, i numeri e le curiosità del voto, M5s senza casa

Affluenza record, flop Gilet gialli. Gozi 'deputato fantasma'

di Salvatore Lussu

Dall'affluenza storica alle urne all'exploit di Nigel Farage, dai suoi ex sodali del M5s che si ritrovano senza un gruppo nell'emiciclo di Strasburgo ai successi degli indipendentisti catalani e dei nazionalisti fiamminghi e al flop dei Gilet gialli, fino al ridimensionamento del partito di Jean-Claude Juncker: sono solo alcuni degli elementi di curiosità che emergono dai numeri delle europee, dopo lo spoglio definitivo nei vari Paesi dell'Unione.

* PARTECIPAZIONE RECORD - L'affluenza media si conferma quasi al 51% e rovescia una tendenza al ribasso che andava avanti fin dal 1979, primo anno dell'elezione a suffragio diretto del Parlamento Ue. Il picco più alto è in Belgio (88,5%). Sopra la media i Paesi del Nord, in primis la Germania, ma anche Spagna e Grecia. Nella parte bassa della classifica, l'Europa dell'Est e i baltici.

* CHI SALE, CHI SCENDE - Le truppe del Partito popolare europeo si confermano le più nutrite con 180 seggi su 751, ma in netto calo rispetto ai 216 ottenuti nel 2014. Giù anche i socialisti, passati da 185 eurodeputati a 146. Crescono soprattutto i liberali dell'Alde, che grazie anche all'iniezione di voti di Macron salgono da 69 a 109 seggi, e i Verdi (da 52 a 69 seggi). Risultati misti nei tre gruppi euroscettici: male i conservatori Ecr (da 77 a 59 seggi, tirati giù dai Tory), meglio i sovranisti dell'Enf (da 36 a 58) e i populisti dell'Efdd (da 42 a 54). Ultima in classifica e in discesa la sinistra radicale Gue, che passa da 52 a 39 seggi.

* M5s SENZA CASA - Formalmente i pentastellati sono ancora tra le fila dell'Efdd con Farage, ma hanno dichiarato di voler formare un nuovo gruppo politico. Ai loro nuovi alleati mancano tuttavia i numeri. Non superano lo sbarramento i polacchi Kukiz'15, i greci di Akkel, gli estoni di Elurikkuse Erakond e i finlandesi di Liike Nyt. Le uniche notizie positive per loro arrivano dalla Croazia, dove il partito anti-sfratti Zivi Zid entra per la prima volta a Strasburgo con un seggio.

* PARADOSSO BREXIT - Dovevano uscire e invece con 29 seggi il Brexit Party di Nigel Farage è il partito nazionale più rappresentato a Strasburgo, insieme all'Unione Cdu/Csu tedesca e subito davanti alla Lega.

* BOOM SEPARATISTA - Exploit dei nazionalisti fiamminghi di Vlaams Belang in Belgio, secondo partito con l'11,5%. Eletti anche i leader catalani Carles Puigdemont e Oriol Junqueras, il primo in autoesilio in Belgio a fronte di un mandato di arresto in Spagna, il secondo in carcere.

* DEPUTATI FANTASMA - L'ex sottosegretario agli Affari europei nel governo Renzi, Sandro Gozi, è riuscito a farsi eleggere in Francia nella lista di Republique en Marche. Fa parte però dei cinque cosiddetti "deputati fantasma", in stand-by fino all'uscita degli eurodeputati britannici con la Brexit.

* SPROFONDO GIALLO - Il movimento dei Gilet che per mesi ha tenuto in scacco Macron alla prova del voto ha raccolto meno dell'1% con le due liste ad esso ispirate.

* BOCCIATURE - Nel piccolo Lussemburgo i liberali scavalcano i cristiano-sociali del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, che ottengono il peggior risultato nella loro storia. In Lettonia resta primo ma dimezza i propri consensi il partito Unità dell'attuale vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis.

* DANZICA - Al Parlamento europeo entra anche Magdalena Adamowicz, la vedova del sindaco della città polacca accoltellato a gennaio scorso.

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