di Redazione ANSA

L'Ue contro il Covid-19

Contenere la diffusione del virus, assicurare la fornitura di attrezzature mediche, sostenere l’occupazione e l’economia dell’Ue. Sono le priorità su cui si basa la risposta dell’Unione europea all’emergenza Covid-19

Dal momento dell'inizio della crisi, Bruxelles ha lavorato per mettere in campo una serie di misure di sostegno agli Stati membri, dando forma a una vera e propria “solidarietà europea” in azione. La risposta dell'Ue si struttura su più livelli, che vanno da quello economico, fino a quello sanitario e sociale. 

Se sul versante economico e monetario ci sono competenze precise, sul piano dell'assistenza sanitaria l'Ue ha soprattutto un ruolo di coordinamento della cooperazione su base volontaria tra gli Stati membri. Ciò non ha impedito all'Ue di essere in prima fila nel promuovere la ricerca sui trattamenti e i vaccini, e nella raccolta dei fondi per una risposta globale alla diffusione del virus. Insieme all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e altri partner, Bruxelles ha organizzato un'iniziativa mondiale dei donatori che è già riuscita a raccogliere 9,5 miliardi di euro per avviare una cooperazione globale nel campo della ricerca.

 

 

Una delle prime risposte economiche dell'Ue alla crisi sono però arrivate sul fronte della politica monetaria, con la Banca centrale europea che è intervenuta per mitigare il contraccolpo del Covid-19 sui mercati. L'Eurotower ha varato un nuovo quantitative easing da 750 miliardi di euro che si aggiunge al programma già in corso di 240 miliardi e a quello deciso il 12 marzo di 120 miliardi aggiuntivi. Il 4 giugno la Bce ha rilanciato gli acquisti di debito per l'emergenza pandemica, aumentando di 600 miliardi di euro il 'Pepp' (pandemic emergency purchase programme) e portando il totale a 1350 miliardi di euro. Un "bazooka" da quasi 1400 miliardi di euro, che consentirà agli Stati membri di pagare tassi di interesse più bassi e consentirà alle banche di immettere maggiore liquidità nell’economia reale. Il 27 maggio la Commissione Ue ha presentato un maxi-piano per la ripresa dell'economia europea (Recovery plan) da 750 miliardi di euro. 

 

Bce

La Bce vara un nuovo quantitative easing da 750 miliardi di euro

Per proteggere l'economia e i sistemi bancari europei dal contraccolpo dell'emergenza, nel mese di marzo la Bce ha varato un programma di acquisto di titoli da 750 miliardi di euro. Unito al quantitative easing già in corso da 240 miliardi e a quello deciso il 12 marzo di 120 miliardi, l'Eurotower ha messo in campo una risposta senza precedenti. Il 4 giugno la Bce ha rilanciato gli acquisti di debito per l'emergenza pandemica, aumentando di 600 miliardi di euro il 'Pepp' (Pandemic emergency purchase programme), per una risposta alla crisi della portata di 1350 miliardi di euro.

L'Eurotower si è già impegnata ad acquistare 220 miliardi di titoli italiani da qui alla fine dell’anno. In base al programma, l'Eurotower potrà acquistare non solo titoli di Stato ma anche titoli emessi dalle imprese e dalle banche. L'imponente iniezione di liquidità della Bce alle banche avverrà a tassi negativi dello 0,5 per cento per mettere gli istituti di credito nella condizione di prestare il denaro alle imprese. Grazie all'acquisto dei titoli, gli Stati più indebitati potranno pagare interessi molto più bassi di quelli che consentirebbe loro il mercato. 

 


Gruppo Bei

Gruppo Bei

Il pacchetto da 540 miliardi di euro concordato dai capi di Stato e di governo lo scorso 23 aprile include l'utilizzo della Banca europea per gli investimenti (Bei) a sostegno delle imprese, con particolare attenzione alle Pmi di tutta l'Ue. 

Nel summit Ue di aprile, si è infatti dato un primo via libera alla creazione un fondo di garanzia paneuropeo di 25 miliardi di euro da parte del gruppo Bei, in grado di mobilitare fino a 200 miliardi di euro per le imprese europee e l'economia europea, che si aggiungono ai 40 miliardi di euro di sostegno immediato annunciati a marzo per coprire il fabbisogno di finanziamento a breve termine delle Pmi. 

Il fondo di garanzia paneuropeo servirà da scudo per le imprese europee a corto di liquidità. Dovrebbe essere costituito dai contributi provenienti dagli Stati membri e aperto alla partecipazione di altre istituzioni dell’Ue. Le risorse faranno leva sui programmi esistenti di garanzia del Gruppo Bei, mentre il fondo sarebbe attuato dalla Bei e dal Fondo europeo per gli investimenti (Fei) in stretto partenariato con le banche di promozione nazionale, la Commissione europea e altri partner finanziari. 

 

 


Programma Sure

Programma Sure

Il “bazooka” da oltre mille miliardi messo in campo dalla Bce è il primo provvedimento d’urgenza per sostenere l’economia europea, ma non è l’unico. L'Ue e gli Stati membri stanno infatti adottando diverse misure per ridurre al minimo le ricadute della pandemia di Covid-19 sull'economia.

Lo scorso 23 aprile, i capi di Stato e di governo dell’Ue hanno approvato un pacchetto dal valore di 540 miliardi di euro che comprende un programma, Sure (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency), per evitare un aumento drastico della disoccupazione durante l'emergenza, aiutando le persone a mantenere il proprio posto di lavoro. Sure metterà a disposizione degli Stati membri prestiti fino a 100 miliardi di euro per coprire parte dei costi connessi alla creazione o all'estensione di regimi nazionali di riduzione dell'orario lavorativo e di cassa integrazione. 

I prestiti del nuovo strumento europeo di sostegno all'occupazione saranno concessi dall'Ue agli Stati membri a condizioni favorevoli, e consentiranno ai Paesi in difficoltà di affrontare gli aumenti della spesa pubblica necessari per sostenere il lavoro. La Commissione contrarrà prestiti sui mercati finanziari per finanziare quelli agli Stati membri, che saranno poi concessi a condizioni favorevoli. I Paesi Ue potranno quindi beneficiare del buon rating di credito dell'Ue e di bassi costi di finanziamento. I prestiti saranno basati su un sistema di garanzie volontarie degli Stati membri nei confronti dell'Ue. 


Mes

Mes

Lo scorso 23 aprile, i capi di Stato e di governo dell’Ue hanno concordato di mettere a disposizione una parte delle risorse del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) per i Paesi che ne hanno bisogno. Ciò avverrà sulla base di una linea di credito precauzionale esistente, che terrà conto della crisi della Covid-19. Questo vuol dire prestiti a disposizione di tutti i Paesi dell’eurozona fino al 2 per cento del loro Pil, per un valore complessivo di 240 miliardi di euro. Il Mes sarà utilizzato soltanto dagli Stati che ne chiederanno l'attivazione per rispondere all'emergenza.

Gli Stati avranno tempo fino a dicembre 2022 per chiedere l'attivazione della linea di credito, senza condizionalità e con monitoraggio ultralight, e dovranno restituire i suoi prestiti, a tassi bassissimi, entro dieci anni. Le richieste potranno partire già da metà maggio, non appena il board dei governatori del Mes si riunirà, mentre le risorse saranno disponibili dal primo giugno. In Italia l'aiuto può arrivare fino a 37 miliardi di euro. I prestiti hanno le condizioni più convenienti attualmente esistenti sul mercato: scadenza a dieci anni, un tasso annuo di 0,1%, un costo una tantum di attivazione di 0,25% e un costo annuale per la gestione di 0,005%.

 

 


Recovery plan

Recovery fund

Dopo che lo scorso 23 aprile i capi di Stato e di governo dell’Ue hanno concordato di lavorare alla creazione di un Recovery fund - un vero e proprio fondo per la ripresa e la ricostruzione dell’economia europea dopo la crisi - il 27 maggio la Commissione europea ha presentato un maxi-piano da 750 miliardi per la ripresa dell'economia europea, ribattezzato 'Next Generation Eu', che include 250 miliardi di prestiti e 500 miliardi di sovvenzioni. 

Al termine di un negoziato record durato quattro giorni e quattro notti, nel summit più lungo della storia dell'Unione Europea, il 21 luglio i leader europei riuniti a Bruxelles hanno raggiunto l'accordo sul Recovery Fund e il Bilancio Ue 2021-2027. All'Italia va la fetta più grande dei sussidi e dei prestiti del Recovery fund. Al nostro Paese andranno infatti 81,4 miliardi di sussidi. Quanto ai prestiti, Roma avrebbe circa 127,4 miliardi. 

Di seguito i punti dello storico accordo che per la prima volta dà vita ad un debito comune dell'Unione europea, per finanziare politiche e programmi dei singoli Paesi.

- RECOVERY FUND - Resta a 750 miliardi di euro, come lo aveva immaginato la Commissione, di cui 390 miliardi di sussidi e 360 di prestiti. In totale cala quindi la parte di sussidi, che la von der Leyen aveva fissato a 450. Ma all'Italia poco importa, perché su quella voce non perde nulla e addirittura guadagna sulla voce prestiti: in totale le arriveranno 209 miliardi, 82 di sussidi e 127 di prestiti, un piatto ancora più ricco della proposta iniziale che le assegnava 82 di sovvenzioni e 91 di prestiti. La sforbiciata della posta generale dei sussidi ha ridotto invece i trasferimenti spacchettati tra i programmi, che ora sono 77,5 miliardi (rispetto ai 190 mld pensati dalla Commissione). In particolare, è stata azzerata la dotazione di Eu4Healt, il nuovo programma europeo per la sanità. A farne pesantemente le spese anche il Just Transition Fund e il Fondo agricolo per lo sviluppo rurale.
- BILANCIO E REBATES - Il bilancio europeo 2021-2027 è rimasto a 1.074 miliardi di impegni. Ma sono stati accontentati i frugali ampliando i rebates, i rimborsi introdotti per la prima volta su richiesta del Regno Unito ai tempi di Margaret Thatcher, che con la Brexit molti leader Ue avrebbero voluto cancellare. In alcuni casi, come quello dell'Austria, sono stati raddoppiati. Alla Danimarca sono andati 322 milioni annui di rimborsi (rispetto ai 222 milioni della proposta di sabato); all'Olanda 1,921 miliardi (da 1,576 miliardi); all'Austria 565 milioni (da 287) e alla Svezia 1,069 miliardi (da 823 milioni).
- GOVERNANCE - I piani saranno approvati dal Consiglio a maggioranza qualificata, in base alle proposte presentate dalla Commissione. La valutazione sul rispetto delle tabelle di marcia e degli obiettivi fissati per l'attuazione dei piani nazionali sarà affidata al Comitato economico e finanziario (Cef), gli sherpa dei ministri delle Finanze. E qui scatta il 'super freno di emergenza': se in questa sede, "in via eccezionale", qualche Paese riterrà che ci siano problemi, potrà chiedere che la questione finisca sul tavolo del Consiglio Europeo prima che venga presa qualsiasi decisione.

 

 


Fondi Ue

Fondi strutturali

Per sostenere gli Stati a superare la crisi, l'Unione europea ha introdotto maggiore flessibilità nell'applicazione delle norme comunitarie sugli aiuti di Stato, sulle politiche in materia di finanze pubbliche e di bilancio (tramite la sospensione del Patto di stabilità) e nell'uso dei fondi strutturali.

Grazie a quest'ultimo provvedimento, gli Stati membri potranno trasferire risorse tra diversi fondi europei a seconda delle necessità dei territori. Si darà anche la possibilità di riorientate le risorse verso le Regioni più colpite, grazie a una sospensione delle condizioni in base alle quali queste ultime hanno diritto a un finanziamento. Infine, tra il primo luglio 2020 e il 30 giugno 2021, gli Stati membri potranno richiedere un finanziamento dal bilancio dell'Ue fino al 100 per cento per programmi che si occupano dell'impatto della pandemia.

Una parte dei fondi Ue saranno inoltre reindirizzati con lo scopo di aiutare gli Stati membri ad affrontare la crisi. Circa 37 miliardi di euro andranno a sostegno dei sistemi sanitari, delle piccole e medie imprese (Pmi) e dei mercati del lavoro tramite l'Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus. Fino a 28 miliardi di euro di fondi strutturali, provenienti dalle dotazioni nazionali 2014-2020 non ancora assegnate a progetti, saranno invece utilizzati per rafforzare la risposta dei Paesi alla crisi. Infine, fino a 800 milioni di euro dal Fondo di solidarietà dell'Ue saranno destinati agli Stati più colpiti grazie a un'estensione dell'ambito di applicazione del fondo a crisi sanitarie pubbliche.

L'iniziativa dell'Ue comprende anche un sostegno ai pescatori e agli agricoltori e una revisione del Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead). Mentre, per quanto riguarda l'agricoltura, la Commissione Ue ha già annunciato che "sta discutendo proposte per ulteriori misure" a sostegno degli agricoltori alle prese con l'impatto dell'epidemia del Covid-19. Nel frattempo, Palazzo Berlaymont ha approvato uno schema da 30 milioni di euro per sostenere le Pmi nel settore dell'agricoltura e della pesca colpite dall'emergenza coronavirus.

 

 

 


Vaccino

L'Ue in campo per acquistare le attrezzature mediche e finanziare la ricerca

L'Ue è stata in prima fila nell'organizzazione della conferenza mondiale dei donatori che è riuscita a raccogliere 7,4 miliardi di euro per la ricerca. Al termine dell'incontro, che si è svolto lo scorso 4 maggio, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato che l'Ue donerà un miliardo di euro per la ricerca sul vaccino contro il Covid-19. Nei giorni scorsi la maratona dei donatori guidata dalla Commissione europea ha raggiunto la cifra di 9,5 miliardi di euro. 

Nel frattempo, l'Unione sta accelerando nella ricerca sulla Covid-19, anche attraverso la mobilitazione di 48,25 milioni di euro per 18 progetti per vaccini e trattamenti attraverso il programma di ricerca Horizon 2020. Oltre 90 milioni di euro di fondi pubblici e privati andranno invece alle terapie e alla diagnostica, attraverso l'Iniziativa sui medicinali innovativi (Imi). L’Unione ha inoltre reindirizzato 164 milioni di euro alle Pmi e alle start-up di modo che possano sviluppare soluzioni innovative per la lotta al Covid-19. Sono infine stati messi a disposizione circa 80 milioni di euro per sostenere CureVac, uno sviluppatore di vaccini europeo altamente innovativo, per mezzo di un'iniziativa comune Ue-Banca europea per gli investimenti.

 


Forniture di materiale sanitario

Forniture di materiale sanitario

Per rispondere all'emergenza Coronavirus, il Consiglio ha introdotto importanti modifiche al suo bilancio per il 2020 in modo rapido, approvando una dotazione aggiuntiva pari a 3,1 miliardi di euro lo scorso 14 aprile, confermate in tempi strettissimi dall'Europarlamento. Le risorse serviranno ad acquistare e distribuire forniture mediche, incentivare la produzione di dispositivi diagnostici, installare ospedali da campo, trasferire pazienti affinché siano curati in altri Stati membri e a rimpatriare cittadini dell'Ue bloccati all'estero.

L'Ue è impegnata anche per garantire la fornitura di dispositivi di protezione individuale come le mascherine e forniture mediche in tutta Europa. Questo avviene anche mediante stretti contatti con l'industria europea, con lo scopo convertire la produzione e accrescere la fornitura di tutte le attrezzature necessarie. Sono stati inoltre lanciati quattro appalti pubblici congiunti dal valore di 1,5 miliardi di euro per mascherine protettive e altri dispositivi di protezione individuale.

Tra i provvedimenti più importanti approvati dall'Ue, c'è anche la messa a punto di "corsie preferenziali" per agevolare la libera circolazione delle merci e delle persone che devono attraversare le frontiere, oltre a norme europee armonizzate per le forniture mediche al fine di sostenere l'aumento della produzione. Nell’ambito del Meccanismo di protezione civile europeo, l’Ue ha coordinato l'invio di squadre mediche nelle zone più colpite, ha agevolato l'approvvigionamento di dispositivi di protezione supplementari e ha attivato il centro di coordinamento della risposta alle emergenze per coordinare il sostegno 24 ore su 24, sette giorni su sette. Infine, è stata creata una “nuova riserva” comune europea di attrezzature mediche di emergenza come ventilatori, mascherine di protezione e materiale di laboratorio per aiutare i paesi dell'Ue che ne hanno bisogno.

 


Coordinamento su rimpatri e chiusura frontiere Ue

L'Ue aiuta a coordinare la risposta degli Stati membri all'emergenza

L’Unione europea è impegnata a coordinare la risposta degli Stati membri all’emergenza. Da un lato, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) pubblica valutazioni rapide del rischio e aggiornamenti epidemiologici per la popolazione dell'Ue, dall'altro la Commissione europea e il Consiglio favoriscono contatti costanti tra i Ministeri nazionali competenti. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel tiene regolarmente videoconferenze con i capi di Stato e di governo dell’Ue, mentre il Parlamento Ue porta avanti tutte le attività strettamente legislative, adottando rapidamente tutti i provvedimenti d’urgenza sul Covid-19. 

La Commissione europea è intervenuta anche a regolare gli spostamenti verso l'Ue per tutelare la salute dei cittadini europei e la salvaguardia di Schengen, introducendo a marzo una restrizione temporanea coordinata dei viaggi non essenziali verso l'Ue, che per il momento resterà in vigore fino al 15 giugno. L'Ue è inoltre al lavoro con gli Stati membri per rimpatriare gli oltre 650mila cittadini comunitari bloccati all'estero. Circa 60mila persone, di cui più di 53mila sono cittadini Ue, sono state già riportate a casa grazie al sostegno logistico e finanziario dell'Unione. Il 75 per cento dei costi dei voli di rimpatrio è pagato dall'Europa, con l’aiuto del meccanismo di protezione civile dell'Ue.

 


Solidarietà sociale

Sassoli in visita all'edificio Kohl del Parlamento Ue

Non sono mancate iniziative finalizzate a incentivare la solidarietà sociale. Il Parlamento Ue ha ad esempio aperto le porte dell'edificio Kohl per accogliere 100 donne in difficoltà durante la pandemia di Covid-19, mentre da inizio aprile le cucine dell'Europarlamento preparano ogni giorno mille pasti da distribuire ai bisognosi e agli operatori sanitari per aiutarli nel loro lavoro.

Nella sua visita alle cucine del Parlamento Ue, il presidente dell'Eurocamera David Sassoli ha detto che l'iniziativa di aprirle per distribuire pasti ai senzatetto, ai bisognosi di aiuto e agli operatori della sanità che lavorano per fronteggiare l'emergenza Covid-19, è "un bell'esempio di etica pubblica". 

A fine aprile, Sassoli ha recato visitato all'edificio Kohl dell'Eurocamera, che durante l'emergenza Covid-19 accoglierà 100 donne in difficoltà: "In questi momenti difficili - ha detto - le istituzioni hanno il dovere di dare solidarietà e aiutare chi nel territorio è in prima linea contro l'esclusione sociale. Per questo voglio esprimere un profondo ringraziamento al lavoro svolto dal Samusocial di Bruxelles, impegnato ogni giorno a dare alloggio ai senza tetto e che collabora con noi in questa iniziativa". 

 


Le principali azioni dell'Ue in breve

Le principali azioni dell'Ue in breve

 Le principali azioni dell'Unione europea per rispondere alla crisi Covid-19 in breve:

 

  • Iniezione di oltre mille miliardi di euro dalla Bce.
    Il programma di acquisto di titoli permetterà alle banche di prestare denaro alle imprese e agli Stati di sbloccare risorse per l'emergenza senza indebitarsi troppo.
  • 100 miliardi per il programma Sure.
    Finanzia le casse integrazioni nazionali o schemi simili di protezione dei posti di lavoro.
  • 248 miliardi di prestiti Bei e Cosme.
    Finalizzati a sostenere l’economia reale nell’Ue.
  • 240 miliardi del Mes senza condizionalità.
    Nuova linea di credito del Mes per le spese sanitarie legate all’emergenza per i Paesi che decidono di sfruttarla.
  • Sospensione del Patto di stabilità.
    Stato e Regioni possono sostenere le spese per l’emergenza senza dover rispettare le regole di bilancio.
  • Utilizzo immediato dei fondi strutturali.
    Mobilitazione di tutte le risorse ancora disponibili nel bilancio dell’Ue.
  • Più flessibilità sulle regole sugli aiuti di Stato.
    I Paesi Ue possono sostenere le impese in difficoltà senza violare le regole sulla concorrenza.
  • Sblocco immediato di 3,1 miliardi di euro per le sanità.
    Consentirà di acquistare forniture mediche, di incentivare la produzione di dispositivi diagnostici e di installare ospedali da campo.
  • Un miliardo per la ricerca internazionale sul vaccino contro il Covid-19.
    L’Ue è in prima fila nella raccolta fondi per la ricerca e insieme ai partner internazionali ha già raccolto 9,5 miliardi di euro.
  • Coordinamento della risposta degli Stati membri alla crisi.
    Introduzione del divieto dei viaggi temporanei verso l'Ue per tutelare la salute dei cittadini europei.
  • Recovery plan da 750 miliardi di euro presentato dalla Commissione.