Per dare visibilità ai risultati dello studio, pubblicati in un rapporto di 84 pagine, stamane Avaaz ha realizzato un presidio di fronte alla Commissione Ue, mostrando i pezzi analizzati e il commissario all'Ambiente Karmenu Vella si è presentato per parlare con gli attivisti. "Un contributo molto utile", ha scritto poco dopo su Twitter, pubblicando una foto dell'incontro e sottolineando che "proteggere la vita degli elefanti è una priorità".
Ma come si distingue un oggetto illegale frutto di bracconaggio da uno legale? Il modo è semplice. L'uccisione degli elefanti è vietata da tempo, perciò soltanto il commercio dell'avorio antico è ammesso. La normativa europea permette il commercio senza restrizioni esclusivamente di quello lavorato prima del 1947. Quello risalente al periodo compreso tra 1947 e il 1990 può essere venduto solo se accompagnato da un certificato che ne dimostri la provenienza, mentre è proibita la vendita di tutto l'avorio risalente a dopo il 1990. Ogni anno, sottolinea Avaaz, vengono uccisi oltre 30.000 elefanti, e il loro numero nella savana africana è diminuito di un terzo tra il 2008 e il 2016. "Senza provvedimenti - sottolinea Bert Wander, direttore della campagna - potremmo vedere gli elefanti estinguersi nel giro di qualche decennio. E non credo che nessuno in Europa voglia questo".
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