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Consiglio d’Europa, tarda ratifica Ue convenzione su dirit

Jagland denuncia due falle in sistema controllo

Redazione ANSA STRASBURGO
(ANSA) - STRASBURGO, 16 SET - Attualmente ci sono due grandi aree in cui il Consiglio d'Europa e la Corte di Strasburgo non riescono a determinare se i diritti umani sono pienamente rispettati. La prima è rappresentata da tutte le aree in cui ci sono conflitti non risolti, come nel caso della Crimea. L'altra concerne l'operato degli organismi dell'Unione europea, come nel caso di Frontex. È quanto osserva Thorbjorn Jagland, segretario generale del Consiglio d'Europa per dieci anni, alla fine del suo mandato. "Il 17% dei casi pendenti alla Corte di Strasburgo riguardano fatti accaduti in zone dove ci sono conflitti irrisolti, e questo è problematico perché per decidere sui casi la Corte ha sempre preso in considerazione i rapporti degli organi di monitoraggio del Consiglio d'Europa che tuttavia al momento non hanno accesso a molte di queste zone" dice Jagland.

E questo vale anche per il commissario dei diritti umani che spesso interviene davanti alla Corte di Strasburgo, ma che non può farlo se non ha accesso a queste zone. "È arrivato il momento per i governi di chiarire che è intollerabile avere delle zone grigie nel sistema di protezione dei diritti umani" dice Jagland. Il segretario generale uscente si "rammarica" inoltre del fatto che l'Unione europea non abbia ancora ratificato la Convenzione europea dei diritti umani, nonostante questo sia previsto dal Trattato di Lisbona. "Oggi non è possibile determinare le responsabilità della Ue nei casi in cui agisce contrariamente a quanto prevede la Convenzione dei diritti umani" afferma Jagland. "Quest'estate sono emersi rapporti su possibili violazioni dei diritti umani durante le operazioni Frontex" osserva Jagland. Aggiungendo che "fino a quando l'Unione europea non aderirà alla Convenzione non sarà possibile garantire un controllo giudiziario indipendente necessario sul suo operato". (ANSA)
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