Scontro rimandato a febbraio,
quando dovrebbe arrivare in plenaria la riforma dei regolamenti
di sette fondi europei, dalla coesione alla migrazione, che
contiene la controversa norma sulla 'macrocondizionalità
economica'. La commissione Sviluppo regionale del Parlamento
europeo ha dato il via libera alla bozza di risoluzione (25 sì,
1 no, 9 astensioni) provocando le critiche dei membri italiani,
che hanno già annunciato battaglia in plenaria a suon di
emendamenti per abolire la macrocondizionalità. Così come già
succede oggi, infatti, anche dal 2021 al 2027 gli Stati membri
potrebbero subire un blocco dell'erogazione dei fondi
strutturali in caso di violazione delle regole di bilancio Ue.
Una possibilità che ha scatenato le proteste dei deputati Andrea
Cozzolino (Pd) e Rosa D'Amato (Movimento 5 Stelle). Il primo è
stato l'unico a votare contro il testo finale, approvato dopo
aver passato al vaglio oltre cento emendamenti. Fra questi anche
uno di compromesso Pd-M5S che prevedeva la possibilità per gli
Stati, in condizioni particolari, di chiedere un'ulteriore
flessibilità da usare per il cofinanziamento nazionale agli
investimenti con fondi Ue.
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