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Regioni Ue partono dalla politica di coesione per rifondare l'Europa

Regioni Ue partono dalla politica di coesione per rifondare l'Europa

CdR ridisegna i fondi post 2020, no a tagli e 'condizionalità'

BRUXELLES, 07 dicembre 2018, 10:57

Redazione ANSA

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La Plenaria del Comitato europeo delle Regioni - fonte: CdR - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - Una politica di coesione rafforzata, piuttosto che indebolita dai tagli di bilancio, più semplice e che non contenga la 'macrocondizionalità economica', cioè la regola che prevede il blocco dei fondi per i Paesi che violano le norme di bilancio comunitarie. Le regioni europee fanno blocco in difesa dei fondi strutturali e del loro ruolo nel futuro dell'Ue, che dovrà essere più coesa e solidale. Dopo un lungo pomeriggio di discussioni e votazioni, cominciato con l'intervento in aula della commissaria per la politica regionale Corina Cretu, il Comitato europeo delle Regioni (CdR) ha approvato ieri un pacchetto di pareri sul volto che, secondo gli enti territoriali europei, dovrà avere la politica di coesione dopo il 2020. Le regioni, così come la Commissione Ue e l'Europarlamento, vorrebbero chiudere entro le elezioni europee di maggio 2019 i negoziati con gli stati membri sul bilancio dell'Ue 2021-2027 e sulle varie sezioni che lo compongono, fra cui le politiche agricole e di coesione.

 

"Il nostro parere va nella direzione di esprimere l'importanza della politica di coesione per tutte le regioni e le comunità locali europee. Le altre istituzioni impegnate nel negoziato devono tenere conto del punto di vista delle regioni", ha commentato la presidente della Regione Umbria e capogruppo dei socialisti nel CdR, Catiuscia Marini. Insieme al capogruppo del Ppe, Michael Schneider, la governatrice è relatrice del testo più importante approvato dalla plenaria del Comitato, riguardante la nuova normativa 'ombrello' che regolerà sette diversi fondi comunitari, dallo sviluppo regionale alle migrazioni. Particolarmente complesso è stato invece il voto del parere sul futuro della Politica agricola comune, per il quale sono stati presentati quasi 400 emendamenti. Molte delle rimostranze provenivano dalla delegazione italiana, che dopo aver minacciato voto contrario nel caso il testo non fosse stato modificato "tenendo maggiormente conto delle istanze degli agricoltori", alla fine ha scelto di astenersi.

 

Il lavoro sul futuro dell'Unione che le regioni europee vogliono portare avanti non si ferma però ai fondi strutturali. Come annunciato dal presidente del CdR Karl-Heinz Lambertz, il summit biennale del Comitato delle Regioni che si svolgerà a Bucarest il 14 e 15 marzo sarà l'occasione per inviare un messaggio "forte e chiaro" ai capi di stato e di governo, per una rifondazione positiva dell'Europa.

 

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