Entra in vigore dal primo
gennaio la stretta Ue a evasione ed elusione fiscale delle
multinazionali. Le nuove regole, basate sulle norme Ocse del
2015 e proposte dalla Commissione europea nel 2016, hanno
l'obiettivo di prevenire il dirottamento dei profitti fuori
dall'Ue dove sfuggono alla tassazione. Queste prevedono
l'obbligo per gli stati membri di tassare i profitti fiscali
trasferiti verso Paesi a fiscalità ridotta in cui l'impresa non
possiede alcuna attività economica reale (ossia le cosidette
norme sulle società controllate estere). Poi, per scoraggiare le
imprese dall'utilizzare pagamenti di interessi eccessivi per
ridurre al minimo le imposte, scatterà la limitazione
dell'importo degli interessi passivi netti che un'impresa può
detrarre dal reddito imponibile (ovvero le norme relative ai
limiti sugli interessi). Infine, gli stati membri potranno
mettere mano ai regimi di elusione fiscale che non rientrano
nelle norme antielusione (la norma generale antiabuso).
Tra un anno, al primo gennaio 2020, entreranno poi in vigore
ulteriori misure per impedire alle imprese di sfruttare i
disallineamenti fra le leggi fiscali degli stati membri dell'Ue
per evitare l'imposizione, più altre norme per garantire che le
plusvalenze sulle attività come la proprietà intellettuale,
anche se trasferite altrove, siano imponibili lo stesso (norme
sull'imposizione in uscita).
"Non abbiamo ancora vinto la battaglia, ma questo è un passo
decisivo nella nostra lotta contro chi cerca di approfittare
delle lacune nei sistemi fiscali degli stati membri per eludere
miliardi di euro di imposte", ha sottolineato il commissario Ue
alla fiscalità Pierre Moscovici.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA