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Polonia: l'Ue insiste nel pressing sullo stato di diritto

Nuovo passo nella procedura d'infrazione sul regime dei giudici

Redazione ANSA

BRUXELLES - La Commissione europea ha compiuto il secondo passo in una procedura d'infrazione contro la Polonia, inviando un parere motivato sullo stato di diritto, e più in particolare, sul nuovo regime disciplinare per i giudici polacchi. Si legge in una nota dell'Esecutivo comunitario. Varsavia ha avuto due mesi per rispondere agli argomenti presentati dalla Commissione nella sua lettera di messa in mora. Ma a seguito di un'analisi approfondita della risposta delle autorità polacche, la Commissione ha concluso che "la risposta non allevia le preoccupazioni giuridiche". Le autorità polacche ora hanno due mesi per adottare le misure necessarie per conformarsi al parere motivato inviato oggi. Se Varsavia non adotterà le misure appropriate, la Commissione può decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'Ue. 

Il 3 aprile 2019, Bruxelles aveva avviato questa procedura d'infrazione sostenendo che il nuovo regime disciplinare mina l'indipendenza giudiziaria dei giudici polacchi e non assicura le necessarie garanzie per proteggere i giudici dal controllo della politica. Tra le altre cose - si legge nella nota della Commissione Ue - "la legge polacca permette che i giudici ordinari siano sottoposti a indagini disciplinari, procedure e sanzioni sulla base del contenuto delle loro decisioni giudiziarie. Inoltre, le nuove regole non garantiscono l'indipendenza e l'imparzialità della Camera disciplinare della Corte suprema, composta solo da giudici selezionati dal Consiglio nazionale per la magistratura, che è a sua volta nominato dal Parlamento polacco".

 

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