STRASBURGO - L'Europarlamento ha approvato oggi a Strasburgo il primo strumento Ue per il controllo degli investimenti diretti esteri, con l'obiettivo di tutelare i settori strategici europei. Il testo, approvato in plenaria con 500 voti favorevoli, 49 contrari e 56 astensioni, introdurrà anche il vaglio degli investimenti provenienti da società statali 'opache' legate a governi in settori critici e tecnologie.
Le nuove regole proteggeranno settori industriali chiave come energia, trasporti, comunicazioni, dati, spazio e finanza, oltre che le tecnologie della robotica, l'intelligenza artificiale, l'industria dei semiconduttori. I negoziatori del Parlamento Ue hanno aggiunto alla lista iniziale l'acqua, la salute, la difesa, i media, la biotecnologia e la sicurezza alimentare. Gli eurodeputati hanno inoltre rafforzato il meccanismo di cooperazione per includere lo scambio di informazioni tra i Paesi Ue, che potranno formulare osservazioni sugli investimenti diretti per altri Stati membri. La Commissione Ue potrà chiedere informazioni e fornire il suo parere al Paese cui è destinato l'investimento, ma la decisione finale spetterà allo Stato membro interessato. Dopo il via libera di oggi in plenaria, il Consiglio dovrà ora approvare l'accordo in via formale.
Gli eurodeputati della Lega e del M5S si sono astenuti oggi al voto in Plenaria che ha approvato il primo strumento Ue per il controllo degli investimenti diretti esteri, con l'obiettivo di tutelare i settori strategici europei. Il testo è passato con 500 voti favorevoli, 49 contrari e 56 astensioni.
"Lega e M5S, che del sovranismo hanno fatto la loro bandiera, si sono opposti all'introduzione di questo strumento segnando, ancora una volta, la distanza tra le roboanti dichiarazioni di quand'erano opposizione e l'incapacità di prendere una posizione di oggi che sono maggioranza", ha commentato Alessia Mosca, europarlamentare Pd e capogruppo dei Socialisti e Democratici nella commissione Commercio Internazionale. "Oggi il Parlamento Europeo ha approvato la proposta della Commissione di creare uno 'scudo' contro gli investimenti predatori in Europa, che permetterà, in primo luogo, la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro", ha spiegato Mosca. "Attualmente, infatti, Paesi come la Cina attuano strategicamente acquisizioni di società europee per coprire il gap tecnologico che consente a Paesi sviluppati, come l'Italia, di essere ancora competitivi nonostante salari più alti e normative ambientali più rigide. Bloccando queste acquisizioni, impediremo il trasferimento in Cina della produzione di questi prodotti", ha aggiunto. "Non solo: un'altra ragione per la quale Paesi esteri possono voler acquisire società europee è il tentativo di aumentare la propria influenza. Non si tratta di discorsi ipotetici, parliamo di avvenimenti già accaduti, ad esempio in Grecia. In seguito all'acquisizione della rete elettrica greca e del Porto del Pireo, principale asset nazionale, Atene ha bloccato dall'interno dichiarazioni e progetti considerati ostili dalla Cina".