di Redazione ANSA
Da architetto nella Grande Mela ad agricoltore nel trevigiano

Bye Bye New York: la strana avventura di Maddalena

Dai grattacieli e gli uffici di Manhattan alle colline ed i campi della Marca trevigiana, ovvero come scoprirsi agricoltori a 34 anni dopo una vita passata in giro per il mondo a fare, semplicemente, tutt’altro. Una metamorfosi necessaria, figlia della crisi dei subprime a stelle e strisce, quella che ha portato Maddalena Giandomenico, una laurea di architettura in bacheca, a creare nel 2013 le Monfumine, confetture che racchiudono in barattoli da 125 o 250 grammi i sapori di frutta antica e rara, comunque bio, e le ispirazioni di gusti, sapori ed odori raccolti nel suo peregrinare per Africa, Asia, America ed Europa. “Il nostro best seller, la marmellata al Mojito, è figlia di un’idea, di un’illuminazione o forse di una provocazione, di mio marito”, racconta Maddalena. “Eravamo all’aeroporto di Dubai, in uno scalo di ritorno dalla Cina, di fronte di noi al bar c’era una coppia che si beveva un Mojito, per noi era notte fonda, ma a Dubai erano le 10 de mattino e mio marito m’ha guardata e mi ha detto: ‘perché non crei una marmellata al Mojito?’. Perché no, mi sono detta, siamo atterrati a Venezia e dopo due ore ero già in cucina con lime, rhum e zucchero a vedere come farla…e devo averla fatta bene, ora è la più venduta…”.

Vado a vivere in campagna

Vado a vivere in campagna

Il lieto fine dal sapore mai banalmente dolce ha il retrogusto profondamente amaro di un licenziamento nella grande mela. “Lavoravo come architetto sul World Trade Center, è arrivata la crisi ed è andata come nei film: mi hanno chiusa in una piccola stanza e in venti minuti mi hanno cacciata dicendo di andar via prendendo le mie cose, è stato un colpo duro ma che si vedeva arrivare: dall’autunno del 2008 al gennaio del 2009, quando mi hanno licenziata, il mio studio di architettura è passato da 60 a 20 persone… ho cercato di trovare un altro lavoro lì, ma non ci sono riuscita, ho avuto problemi con il permesso di soggiorno e così, alla fine, ho deciso di tornare in Italia”. Prima in provincia di Udine, quindi, “per amore”, a Montebelluna. E’ qui che Maddalena trova nell’agricoltura la via per il lavoro. “Cercavo, ma non ne veniva fuori niente di interessante, così ho deciso di fare qualcosa di mio, legato alla mia creatività e facendo indagini di mercato ho visto che nell’agricoltura c’era uno sbocco lavorativo, in particolare nella trasformazione della frutta, nelle marmellate, che sono sempre state una mia passione”.

Maddalena ha un piccolo terreno, studia l’accesso alle sovvenzioni europee in particolare quelle elargite dal PSR, il Piano di Sviluppo Rurale, le ottiene e partendo da quelle diventa imprenditrice agricolo. “La mia è una microazienda, senza il premio di primo insediamento non sarei partita, mi ha dato la possibilità di impiantare i frutteti”. Maddalena impianta alberi di giuggiole, pesche bianche, prugne goccia d’oro, melograni dolci, ciliegi, amelanchier, susine, nasci…poi fa lo stesso in altri due terreni. Le Monfumine adesso nascono da tre appezzamenti, due tra le colline trevigiane ed uno nella pedemontana di Udine, tutti coltivati a regime biologico. “I nostri terreni sono attualmente in conversione, ci vogliono 3 anni per avere la certificazione”, spiega ancora Maddalena, “la coltivazione bio è un valore aggiunto a cui crediamo molto in azienda, è un protocollo che permette alla pianta di crescere secondo natura”. Natura e gusto. “Cerchiamo di fare meno trattamenti possibili – insiste - perché per noi avere la frutta poco trattata da un gusto nettamente diverso a quello che trasformiamo e trasformando tutto abbiamo bisogno di avere frutta dalle qualità organolettiche eccellenti perché le nostre confettura sono un prodotto di nicchia”.

 

 


Questione di marketing

Questione di marketing

Una nicchia, quella della gastronomia di qualità, che va raggiunta ed in cui bisogna posizionarsi, e qui entra in gioco il marketing. “I miei sono prodotti cari, perché biologici e con una filiera controllata, per valorizzarli ci vuole un marketing strategico: è un prodotto unico che non si trovava sul mercato e che va spiegato”, racconta ancora Maddalena. “Consciamente ho scelto di coltivare frutta e poi trasformarla in maniera creativa perché tramite il marketing mirato del prodotto riesco ad avere un margine maggiore, ma è ovvio che tutto questo know how dev’essere veicolato ai giovani agricoltori in modo da capire come poter avere il maggior guadagno dalla propria produzione, che sia trasformata o meno, su questo aspetto la Ue, nel quadro della PAC, potrebbe organizzare dei corsi o fornire aiuti specifici”.

Oggi le Monfumine, a 4 anni dalla nascita, sono un’azienda in decisa crescita grazie a prodotti particolari, oltre alla confettura al mojito, Maddalena ha messo a punto, facendo poi testare ai parenti e quindi al pubblico, la marmellate alle more di gelso e scorzette di limone, alle ciliegie e marsala, gocce d’ore e mandorle, pesche bianche e rosmarino, prugne e menta, fichi vaniglia e rhum, nasci e cioccolato, uva fragola, melograno e pistacchio, cachi noci e rhum, al bellini, e le chutney di arance speziato e di fichi fatali, arricchite dal famoso peperoncino habanero. La produzione tocca i 10 mila vasi all’anno, distribuiti in gastronomia, pasticcerie ed enoteche soprattutto del nord Italia, ma in espansione al sud ed anche all’estero, in Olanda, Belgio e Germania.

 


Inventarsi imprenditore agricolo

Un successo quello delle marmellate creative non privo di spine e difficoltà, soprattutto all’inizio. “Partire da zero con un’azienda agricola è molto difficile”, ricorda Maddalena. “La maggior parte dei giovani prende in mano la gestione dell’azienda dei genitori, solo circa l’1% dei giovani che si affacciano all’agricoltura parte da zero, partire da zero vuol dire avere tantissima dedizione e saper affrontare mille problematica”. “Io non ho studiato agricoltura né avevo un’azienda di famiglia – continua - il problema è stato capire come gestire l’azienda agricola, ci sono adempimenti molto diversi da quelle di aziende di qualsiasi altro campo, come, per esempio, i registri dei trattamenti”.

“Certo, è stato difficile, ma ora faccio quello che mi piace e in agricoltura, come ai fornelli, mi prendo le mie soddisfazioni”. New York è lontana.