C'è chi lo ha paragonato al logo
del tennista svizzero Roger Federer ma anche ad un ordinario
marchio di hotel o ristoranti: quel che è certo è che a Caserta,
in piena emergenza da Coronavirus, da due giorni si parla molto,
specie sui social, del neonato logo della Reggia, presentato dal
direttore Tiziana Maffei nel corso di una conferenza stampa
online. Un logo semplice, formato dalle iniziali "R" e "C" di
Reggia di Caserta, con i colori blu e oro della famiglia
Borbone, costato 37mila euro alla Reggia e realizzato
dall'azienda mantovana Sigla srl, che oltre al logo, che presto
campeggerà ovunque, ha realizzato anche le mappe della Reggia e
un'altra relativa al territorio e ad altri monumenti ubicati in
zona, modificando l'immagine esterna del museo. Ma ai cittadini
è il proprio il logo a non essere andato giù. Per l'ordine degli
Architetti di Caserta "il brand Reggia di Caserta manca
totalmente di ogni riferimento storico-artistico e sembra simile
se non identico ad altri loghi già esistenti". Dal vecchio logo
è scomparsa l'immagine simbolo della struttura quadrata
raffigurante il complesso vanvitelliano visto dall'alto, perché
ritenuta riduttiva, perché come ha spiegato ieri la Maffei, la
nuova immagine della Reggia, di cui il logo è parte
fondamentale, deve essere necessariamente legata al territorio e
al contesto sociale. In tanti su Fb hanno postato i loghi di "RC
media", o hanno parlato di un logo che sembra quello di un
centro termale. Per Raffaele Cecoro, presidente degli architetti
casertani, "il nuovo logo sembra essere stato preso in prestito
da quello del celebre campione di tennis Roger Federer o ancora
peggio, da quello della nota società immobiliare canadese 'Ricco
Colinares' che utilizza questo marchio da anni. Eppure il
marchio avrebbe dovuto racchiudere in sé riferimenti
storico-artistici ma anche territoriali, ciò che manca del
tutto".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA