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MuSaBa, Spatari e il museo aperto al mondo

Mezzo secolo di arte a Mammola dove sorge la "Sistina" calabrese

Clara Varano MAMMOLA (REGGIO CALABRIA)

MAMMOLA (REGGIO CALABRIA) - Chi non conosce il Musaba e lo scorge per caso attraversando la cosiddetta "Limina", la strada che collega la costa jonica e tirrenica reggina, si domanda: ma che cos'è quell'edificio medievale che trasuda arte? Di sicuro un luogo di cui non si può ignorare il richiamo.
    I colori dirompenti e vivaci, le geometrie che si inseguono e l'antichità del luogo che contemporaneamente evoca, non possono lasciare indifferente nessuno. Così come, varcata la soglia, ad investirti sono la passione e la bellezza, che tutto questo racchiude.
    Fondato dall'artista Nik Spatari e dalla moglie Hiske Maas nel 1969, il Musaba sorge nell'antico Complesso Monastico di Santa Barbara a Mammola, in provincia di Reggio Calabria. È in quell'anno che, come amano dire gli stessi artisti, "la Calabria entra nella loro storia e loro entrano nella storia della Calabria". Per Nik si tratta di un ritorno; Hiske, invece, descrive il trasferimento come "una rivelazione, una sfida a lasciare tutto". Però l'avventura è più forte, perché lavorare in un ambiente bellissimo, ma ostile è più affascinante. Inizia l'impresa mirata a promuovere attività artistiche a tutto tondo in Calabria. E, poco per volta, anche un pianoro che guarda al mar Jonio, nel cuore della locride è diventato l'unico museo all'aperto della regione, uno dei pochi in Europa che è anche laboratorio di sperimentazione artistica e di tutela del paesaggio.
    Pittore, scultore, architetto, Nik da autodidatta ha frequentato e collaborato con i grandi del Novecento, da Picasso a Le Corbusier, Da Jean Cocteau a Max Ernst. Per questo le attività del museo sono aperte alle collaborazioni e ai master di specializzazioni per studenti provenienti da tutto il mondo, perché l'arte non ha confini. Il Musaba comprende un grande spazio aperto con giardini che va a costituire un'opera "murale-tridimensionale". "L'iniziativa è largamente ispirata - spiega Spatari - dal senso di ribellione contro l'ambiente dominato dall'incultura e dall'arretratezza, ostile alle innovazioni". Nel parco la spinta a promuovere attività artistiche assume un valore che va al di là del contesto culturale. Infatti l'avventura del museo nasce da un tempo remoto. Dove oggi sorge il MuSaBa sorgevano templi arcaici, terme romane. Da qui sono passati grandi artisti e hanno creato le loro opere. Tra le tante realizzazioni, all'interno dell'ex chiesa si trova "Il sogno di Giacobbe" più conosciuto come "La Cappella Sistina della Calabria" un'opera veramente monumentale che attira numerosi turisti, circa 20 mila ogni anno. Lungo 14 metri, largo 6 e alto 9, "Il sogno di Giacobbe" si estende nell'abside e nella volta della chiesa. La tecnica utilizzata per realizzarlo è un'invenzione di Spatari. "Le figure, le silhouette - aggiunge l'artista - sono ritagliate su fogli di legno leggero, dipinte e poi applicate come rilievi sospesi nell'aria".
   

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