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A Simeri Via Crucis che rianima il borgo

A Simeri Via Crucis che rianima il borgo

Cento interpreti e figuranti. Parroco: meditazioni su attualità

SIMERI CRICHI (CATANZARO), 24 marzo 2018, 20:17

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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SIMERI CRICHI (CATANZARO) - Un borgo di 400 anime dove non esistono negozi, non c'è l'ufficio postale, mancano ambulatori medici, che in vista della Pasqua si trasforma in Golgota e si offre come scenario per la Passione vivente di Gesù. E' Simeri, piccola frazione del comune di Simeri Crichi, nel catanzarese.
    La rappresentazione sacra della Via Crucis, alla stregua delle centinaia che si svolgono in tutta la Calabria, qui assume un valore tutto particolare e coinvolge la comunità che si ritrova nella chiesa, struttura piccola che si erge su una collina a fianco dei ruderi del castello medievale e dei resti della chiesa Collegiata,andata distrutta da vari eventi sismici.
    Artefice dell'iniziativa è don Francesco Cristofaro, parroco di Santa Maria Assunta, che quest'anno non si è fatto scoraggiare nemmeno dalle proibitive condizioni climatiche tipicamente invernali. Oltre cento i partecipanti, tra protagonisti e comparse, con indosso i costumi del tempo, tutti confezionati da volontarie.
    Le quattordici stazioni delle via dolorosa hanno preso vita nell'antico borgo dominato da silenzio orante, dietro una croce portata fino alla fine da un Cristo, strattonato e umiliato dai soldati che senza alcuna pietà lo hanno spogliato, deriso, inchiodato su quel legno. "Sono parroco qui da quasi 9 anni - dice don Francesco - e ogni giorno mi chiedo come poter dare speranza alla mia gente, come poter andare loro incontro, come rispondere al meglio alle loro richieste. A volte ci riesco, altre volte no ma mai, almeno mi sforzo di farlo, mando indietro qualcuno senza avergli dato una parola buona. Da me stesso non potrei fare nulla. Il crocifisso e Maria - prosegue il sacerdote - diventano il mio punto di riferimento. A loro affido tutti, sempre. A loro chiedo ogni dono materiale e spirituale per essere un sacerdote secondo il cuore Gesù, un sacerdote attento che non si scandalizza se una pecora puzza ma si rimbocca le maniche per pulirla e farla splendere più delle altre. Ricordo sempre chi ero e cosa di me ha fatto la misericordia di Dio".
    Per don Francesco e i suoi parrocchiani, momenti come quello della Via Crucis sono incontri comunitari dove insieme si prega, si riflette, si medita, ci si confronta. Il sacerdote, inoltre, ha scritto le meditazioni e ne ha interpretato la lettura insieme al commediografo Mario Sei e a Rosanna Manfreda. "Ho voluto trattare - dice - tante tematiche: la giustizia, la criminalità, la guerra, le divisioni tra i popoli e l'accoglienza del forestiero, la sofferenza delle madri per la perdita dei figli che consumano le loro giovani vite nell'alcool e droga, il cancro e altre forme di malattia con cui ormai siamo stati abituati a fare i conti. Mi sono più volte commosso ogni volta che i miei parrocchiani varcavano la porta della chiesa per le prove, per ogni stretta di mano data. Mi sono emozionato quando qualcuno a fine serata avvicinandomi mi ha rivolto un grazie, un sorriso, la richiesta di una confessione dopo tanto tempo".
   

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