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New York, battesimo fabbrica idee Piano

New York, battesimo fabbrica idee Piano

'Futuri Obama' in nuovo edificio Columbia a Manhattanville

NEW YORK, 28 settembre 2018, 09:20

Redazione ANSA

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New York: a battesimo 'fabbrica idee ' di Renzo Piano - RIPRODUZIONE RISERVATA

New York: a battesimo  'fabbrica idee ' di Renzo Piano - RIPRODUZIONE RISERVATA
New York: a battesimo 'fabbrica idee ' di Renzo Piano - RIPRODUZIONE RISERVATA

NEW YORK - Una "fabbrica delle idee" all'insegna della luce sorge a New York nel mix cubano-portoricano della Harlem di West Side Story. Sullo sfondo del passato industriale della Grande Mela - un viadotto di un secolo fa, la ex fabbrica di automobili Studabaker, un vecchio impianto per la produzione del latte - Renzo Piano ha tenuto a battesimo il "Forum", terzo edificio e porta di ingresso del nuovo campus di Columbia a Manhattanville. Ci si formeranno, nelle intenzioni dell'ateneo, i "futuri Barack Obama" del mondo. Tre piani sotto la fermata della metropolitana su Broadway e 125esima strada, il primo aperto al pubblico con Wi-Fi libero, ospitano da oggi un auditorium da 437 posti, piu' uffici destinati a due nuove iniziative: i Columbia World Projects, che puntano a portare iniziative accademiche nel mondo, e gli Scholars della Fondazione Obama, 12 "attori del cambiamento" scelti dalla fondazione dell'ex presidente, un ex allievo di Columbia, che ogni anno potranno mettersi alla prova a New York.
    Dopo il "Lenfest Center for the Arts" e il "Jerome L. Greene Science Center" inaugurati nel 2017, il Forum e' la terza componente del maxiprogetto da 6,3 miliardi di dollari con cui lo studio di Piano ha ridisegnato la topografia del quartiere.
    Parte integrante della visione di università dell'architetto premio Pritzker, i tre edifici sono agli antipodi delle tradizionali 'torri d'avorio' isolati nelle campagne o chiusi da pesanti cancelli come, dieci isolati piu' a sud, il vecchio campus di Columbia disegnato da McKim, Mead and White e dedicato nel 1896. Il nuovo campus realizzato in vetro, metallo e cemento - materiali che evocano l'anima industriale della zona - si fonde con il quartiere in una transizione senza soluzione di continuità tra i marciapiedi di Harlem, dove tutto avviene in strada, e i pavimenti a riscaldamento radiante della lobby.
    L'idea e' di portare "dentro il fuori e fuori il dentro": riprese da un drone, una troupe di ragazze ballava nella piazza del Centro per le Arti mentre Piano tagliava il nastro del nuovo edificio. Il campus di Manhattanville, proposto nel 2003 dal presidente di Columbia Lee Bollinger, una volta ultimato nel 2030, trasformera' il 7% di West Harlem - quartiere al 65% ispanico e 27% nero e dove il reddito medio e' al 44%o sotto la media della citta' - in un hub multisciplinare costruito all'insegna della sostenibilita'. Ne fanno parte edifici industriali recuperati come Prentis Hall, ex lattificio e oggi sede del centro di Columbia per gli studi sul jazz. L'iter non e' stato senza polemiche. Vicino al "Forum" fino a poco tempo fa un cartellone con la scritta "Cara Columbia: stop agli sradicamenti forzati" appeso a uno degli ultimi distributori di benzina rimasti a Manhattan evocava le famiglie vittime immobiliari dell'espansione dell'ateneo. Piano non ha negato l'impatto dei suoi edifici sulla gentrificazione del quartiere, pero' ha obiettato: "Meglio un edificio pubblico qui, che uno shopping mall".
   

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