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A New York riapre il Four Seasons

A New York riapre il Four Seasons

Per il ristorante dei vip chef giovanissimi e un ex Casa Bianca

NEW YORK, 10 agosto 2018, 15:48

di Alessandra Baldini

ANSACheck

The Bar Room at the new Four Seasons ( Credit Nicole Craine for The New York Times) - RIPRODUZIONE RISERVATA

The Bar Room at the new Four Seasons ( Credit Nicole Craine for The New York Times) - RIPRODUZIONE RISERVATA
The Bar Room at the new Four Seasons ( Credit Nicole Craine for The New York Times) - RIPRODUZIONE RISERVATA

NEW YORK - A due anni dalla chiusura il leggendario Four Seasons riapre a tre isolati di distanza dalla vecchia sede del Seagram Building. La targa di ottone con il logo dei quattro alberi che apparteneva al ristorante più amato da Henry Kissinger torna a segnalare l'ingresso ai nuovi locali in un palazzo per uffici su Park e 49/a strada. Restano, nella nuova impresa di Julian Niccolini e Alex von Bidder, alcuni pezzi forti dello storico menu come l'anatra arrosto. "Vecchi clienti sono già passati per assicurarsi il tavolo", ha detto Niccolini al New York Times in vista dell'apertura. Ma se il primo Four Seasons aveva chiuso perché giudicato non più all'altezza dei tempi, la sua reincarnazione proverà a rinnovarsi cominciando delle cucine.

    A dirigere i cuochi l'italiano Niccolini e lo svizzero von Bidder hanno chiamato il messicano Diego Garcia, 30 anni, con esperienze a Le Bernardini e al piccolo Gloria di Hell's Kitchen specializzato in pesce. Il suo numero due, Brandon Lajes, ha solo 26 anni. Per i dolci un veterano della Casa Bianca: Bill Yosses che ha lavorato per George W. Bush e Barack Obama dal 2007 al 2014. I locali sono firmati dall'architetto brasiliano Isay Weinfeld. A indicarlo ai proprietari come epigono di Philip Johnson è stato il critico Paul Goldberger: "Una sfida enorme.  Non volevano il solito architetto di New York, ma neanche un perfetto sconosciuto. Isay capisce la tradizione del modernismo, ma è capace di portarla al passo coi tempi".

    Clientela in media ultrasessantacinquenne all'epoca della chiusura, nel 1959, quando aprì i battenti, il Four Seasons inventò il power lunch. Per i suoi locali passarono tutti i presidenti americani tranne Richard Nixon, Jackie Onassis aveva un tavolo fisso così come la matriarca della New York bene Brooke Astor che, ormai centenaria, dimenticava di aver prenotato, ma per lei un posto c'era sempre vicino a Donald Trump, Martha Stewart, Warren Buffett.

    Il 16 luglio 2016 i ristorante aveva servito l'ultima cena ed era stata la fine di un'era. Il primo Four Seasons era costato 4,6 milioni di dollari, la sua reincarnazione da 110 coperti, 50 in meno dell'originale, viaggia sull'ordine dei 30.

Alla chiusura un'asta ne aveva disperso gli arredi storici: dalle sedie sui cui si erano accomodati gli ospiti per il 45/o compleanno di JFK alle pentole, alle stoviglie e alle posate disegnate appositamente da Ada Louise Huxtable, riprodotte adesso per l'edizione 2.0. Niccolini e von Bidder avevano ricevuto lo sfratto dal proprietario del palazzo Aby Rosen, convinto che fosse arrivata l'ora di svecchiare. Oggi meditano la rivincita.
   

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