Allevatori da tutt'Italia, rappresentanti del mondo della ricerca e dell'innovazione, esperti di gastronomia, chef e 'paladini' delle associazioni naturaliste, imprenditori legati alla salutistica, si riuniranno per la prima volta attorno a un tavolo sabato 14 aprile a Faenza (Ravenna), a Casa Spadoni.
L'intento - spiegano l'Organizzazione interprofessionale del Gran Suino Italiano e Chef to Chef Emiliaromagnacuochi, che hanno promosso l'iniziativa 'Nero, Rosa, Bianco: razze suine italiane a confronto' - è quello "di far crescere una filiera che incrementi sia la produzione delle carni e dei salumi del suino nero che la redditività delle aziende stesse, con strutture di trasformazione finalizzate e un programma di promozione in grado di esaltarne la qualità".
"L'Oi Gran Suino italiano si candida a diventare - dice il presidente Guido Zama - la casa comune dei vari Consorzi italiani, mettendosi a disposizione per costruire insieme all'industria i primi progetti di filiera su territorio nazionale, dall'allevamento eco-friendly al consumatore, passando attraverso boutique gastronomiche, ristoranti e Gdo".
Il tipo di allevamento, prevalentemente allo stato brado, può essere incentivato anche all'interno dei parchi e in habitat naturalistici protetti, come possono testimoniare le adesioni al progetto di Federparchi e Legambiente. "Sono animali che ingrassano lentamente, si cibano perlopiù di ghiande e radici, si muovono liberi in ampi spazi all'aperto, ed è anche per questo - osserva il responsabile carni di Cheftochef, Aldo Zivieri - che si caratterizzano per un alto contenuto di acidi grassi 'buoni': omega 3 e omega 6".
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