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I cinesi vanno pazzi per il vino tricolore, export +21%

Doc della Valpolicella più note di Barolo e Chianti

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ROMA - Continua la corsa delle esportazioni di vino italiano in Cina, mettendo a segno nell'ultimo anno una crescita del 14,2% in quantità e del 21,76% in valore, per un giro d'affari complessivo di 140 milioni di dollari. Un successo dovuto anche all'aumento della fascia ad alto reddito della popolazione, sempre più interessata ai vini di qualità superiore, tra "wine collectors" (9%) e "premium wine consumers" (18%), due segmenti di mercato dove rientrano le denominazioni della Valpolicella per le loro caratteristiche.

Secondo il report China Vinitrac di Wine intelligence per il Consorzio Tutela Vini Valpolicella, le denominazioni Valpolicella e Amarone risultano conosciute a circa il 18% dei consumatori di vino importato, registrando performance migliori rispetto ad altre denominazioni italiane come Barolo e Chianti. Più in generale i vini della Valpolicella sono riconosciuti dal 30% di chi beve vini importati e riescono a convertire in consumatori circa il 49% di quelli che riconoscono una o entrambe le denominazioni. In termini di consumo, la denominazione generica Valpolicella raggiunge dei risultati leggermente migliori: 6% rispetto al 5% della denominazione Amarone della Valpolicella. La città di Shanghai, in particolare, annovera circa il 22% dei consumatori dei vini della Valpolicella, seguita dalla capitale Beijing. Insomma chi conosce e beve una delle due denominazioni venete o entrambe tende a spendere di più rispetto alla media.

In collaborazione con:
Consorzio per la tutela dei vini Valpolicella

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