E' stato fonte di ispirazione per artisti, musicisti, letterati.
E' entrato nella lingua di tutti i giorni con innumerevoli forme e modi di dire. Eppure il sale, così importante per aver dato la sua impronta particolare alla avventura dell'uomo anche nel campo medico e religioso, è diventato da secoli una minaccia mortale a causa degli abusi consumati nelle forme evidenti o più subdole. Di questi rischi e di come aggirarli per vivere meglio parla il gastroenterologo Riccardo Paloscia nel libro "Nostro sale quotidiano" (editrice Silvio Pellico), incentrato sul dialogo tra un medico e la moglie di un paziente iperteso. Il cuore del breve saggio - nelle pagine di colore verde - sono le linee guida dell' Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, un vademecum contro le abitudini sbagliate, moltiplicate oggi dalla pubblicità sempre più martellante. Il sale in eccesso è in agguato dappertutto: patatine, insaccati, formaggi stagionati, cibi in scatola, acque minerali, merendine, prodotti confezionati, dolciumi. Ma anche nei menù troppo saporiti di ristoranti, mense, bar. Un esempio per tutti: "i giovani divoratori di patatine e snack ne assumono anche 20 grammi al giorno", contro una media di circa 10 grammi.
Abbattere la quantità giornaliera portandola sotto i 6 grammi farebbe risparmiare decine di migliaia di vite umane ogni anno.
La ricetta suggerita da Paloscia è una "controcucina fatta di olio crudo, profumi, poco sale e spezie capaci di esaltare il sapore di un cibo in modo intelligente". Consigli che, tra l' altro, vengono ripetuti da più parti: sostituire i cibi conservati o lavorati con alimenti freschi, aumentare ogni giorno la quantità di frutta e verdura, ridurre il pane troppo salato, consumare occasionalmente formaggi "invecchiati" e salumi, utilizzare erbe aromatiche e condimenti come limone e aceto per dare sapore. Riccardo Paloscia, dopo oltre 30 anni di lavoro all' ospedale San Camillo di Roma, ha continuato ad occuparsi di patologie dell' invecchiamento - cardiovascolari e neuro-degenerative - in strutture residenziali per la terza età.
"Dopo lunghi periodi di riduzione dei grassi saturi e del sale - ha spiegato - si sono verificate significative diminuzioni di complicanze e prolungamenti dei periodi di sopravvivenza di molti ospiti".
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