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Migranti a Bari, da caporalato a 'Sfruttazero'

Migranti a Bari, da caporalato a 'Sfruttazero'

Quinto anno progetto produzione salsa pomodoro in autogestione. L'obiettivo è trasformare il pomodoro da simbolo dello sfruttamento del caporalato nelle campagne pugliesi in un'attività lavorativa collettiva e solidale

BARI, 17 agosto 2018, 11:28

(di Isabella Maselli)

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Raccolta di pomodori - RIPRODUZIONE RISERVATA

Raccolta di pomodori - RIPRODUZIONE RISERVATA
Raccolta di pomodori - RIPRODUZIONE RISERVATA

 ''Salsa di pomodoro con lo 0% di sfruttamento''. E' il progetto ''Sfruttazero'' dell'associazione ''Solidaria'' di Bari, Diritti a Sud (Nardò, LE) e Osservatorio Migranti Basilicata, giunto al quinto anno, per la produzione e vendita di salsa di pomodoro da coltivazioni agroecologiche. È in corso in questi giorni l'attività di raccolta dei pomodori.

L'obiettivo è trasformare il pomodoro da simbolo dello sfruttamento del caporalato nelle campagne pugliesi in un'attività lavorativa collettiva e solidale. ''Sfruttazero'' nasce nel 2014 su iniziativa dell'associazione barese ''Solidaria'' e, dall'anno successivo, collabora con ''Diritti al Sud'' di Nardo'. Un gruppo di migranti africani e italiani coltivano e raccolgono pomodori su un terreno alla periferia di Bari, ne fanno salsa e la vendono in mercatini, spacci popolari e piccole botteghe grazie alle reti nazionali ''Fuorimercato'' e ''Genuino Clandestino''. Ciascun lavoratore, regolarmente assunto, viene retribuito 7 euro netti l'ora per un massimo di 6-8 ore lavorative al giorno. Quando il progetto è cominciato, 4 anni fa, sono state prodotte e vendute 600 bottiglie. Quest'anno si stima una produzione di 25mila bottiglie. Il 2% del ricavato viene destinato ad una cassa di mutuo soccorso con cui l'associazione sostiene, tra le altre cose, le vertenze dei loro connazionali sfruttati nei campi. Un altro 8% va ad attività sociali e di formazione, mentre ben il 40% del totale è utilizzato per pagare i compensi dei lavoratori.

È tutto scritto sulla ''etichetta narrante'' delle bottiglie di salsa, prenotabili anche via mail e sulla pagina Facebook Quest'anno una parte della produzione di salsa sarà effettuata nei prossimi giorni, quando terminerà la raccolta, nel cortile di Villa Roth, un immobile pubblico abbandonato nel quartiere San Pasquale di Bari in cui vivono in autogestione 15 famiglie di italiani e migranti africani. Proprio a Villa Roth aveva vissuto per qualche tempo Joseph Isaac Ismel Awuku, 24enne del Ghana, una delle dodici vittime dell'incidente stradale avvenuto il 6 agosto scorso in provincia di Foggia, uno dei dodici braccianti agricoli morti mentre tornavano da una giornata di lavoro nei campi di pomodoro del basso Molise.

''Conoscevamo Ismel, veniva spesso a dormire qui e ci è stato fino a qualche settimana fa, prima di partire per Foggia'' ha detto Moro, uno dei 40 ospiti di Villa Roth. Dopo la morte dei loro connazionali e colleghi braccianti, i ragazzi di Villa Roth hanno deciso di partecipare alla ''marcia dei berretti rossi'' che si è tenuta l'8 agosto dall'ex ghetto di Rignano a Foggia, portando lo striscione di ''Sfruttazero''.

 

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