''Sulla acquacoltura, ad esempio, c'e' ancora parecchio da fare in Italia - precisano le fonti - secondo cui fino ad oggi il disimpegno di fondi Ue per la pesca e' stato evitato grazie al ricorso ai finanziamenti Feamp a disposizione del Ministero (un terzo del totale). I due terzi restanti dell'intera programmazione sono invece gestiti dalle singole Regioni''. In questo modo - proseguono le fonti - ''lo Stato centrale ha compensato il deficit delle Regioni meno virtuose ma rischia di esaurire velocemente il suo 33% di risorse Ue di cui dispone''.
Per la programmazione europea 2014-2020 (i pagamenti potranno essere effettuati fino al 2023) il comparto in Italia ha a disposizione poco meno di un miliardo di euro di fondi Feamp tra contributi europei e nazionali.
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