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Ricerca europea, appello per difenderla contro i populismi

Ricerca europea, appello per difenderla contro i populismi

La virologa Ilaria Capua portavoce dei ricercatori

14 aprile 2019, 08:56

Adele Lapertosa

ANSACheck

Appello dell 'Unione Europea delle Geoscienze per difendere la ricerca dai populismi (fonte: EGU) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Appello dell 'Unione Europea delle Geoscienze per difendere la ricerca dai populismi (fonte: EGU) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Appello dell 'Unione Europea delle Geoscienze per difendere la ricerca dai populismi (fonte: EGU) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La ricerca europea e' un "gioiello da proteggere", e di fronte alle minacce rappresentate dall'agenda populista, le fake news e i continui attacchi e svilimenti alla scienza e' venuto il momento per la comunita' scientifica di unirsi e lottare per tutelare questo orgoglio che va oltre le frontiere nazionali. E' l'appello lanciato a Vienna dalla virologa Ilaria Capua, con il senatore a vita Mario Monti, e i ricercatori dell'Unione Europea in occasionedell'assemblea dell'Unione europea delle Geoscienze (Egu).

La comunita' scientifica, arringa Capua, "deve difendersi e unire le forze per preservare un gioiello che funziona. I ricercatori europei devono essere fieri dell'Unione europea. E' un orgoglio che va bene oltre le frontiere nazionali, e riconoscere questa appartenenza e' importante, perche' senza non saremmo arrivati dove siamo ora".

Nell'appello dell'Unione europea delle geoscienze si sottolinea come l'agenda populista, alimentata dalla crescita di fake news, resoconti ingannevoli, e da persone che sui social media diffondono informazioni calunniose siano una "minaccia per l'integrazione europea, oltre che per la cooperazione scientifica. Le minacce all'Europa unita sono minacce alla ricerca scientifica". La forza dell'Europa, aggiunge Capua, "nasce dalla sua integrazione e una sua disintegrazione e' un grande rischio, specialmente per i ricercatori. La ricerca puo' essere solo internazionale".

Gia' lo si e' visto con la Brexit. "Il 90% dei ricercatori britannici e' contrario, ma se si fossero fatti sentire di piu' prima, sarebbe stato meglio. Il fatto che ora non possano entrare nei progetti di ricerca europei e' una perdita per tutti, non solo per loro". Che fare dunque? "Il primo passo e' essere consapevoli del rischio, e poi bisogna essere uniti e preparati a rispondere", perche' se l'Unione Europea perdesse dei pezzi, dice Capua, "i primi a rimetterci sono i ricercatori". La disgregazione della ricerca europea rappresenterebbe una perdita per tutto il mondo, aggiunge Mario Monti, "perche' la scienza e i suoi problemi non conoscono barriere.

I gruppi di ricercatori senza frontiere sono una gemma costruita in Europa, e perderli vorrebbe dire arretrare di fronte alla ricerca e l'industria, anche americana e cinese". Ma oltre ai principi economici, i programmi europei offrono un meccanismo unico per promuovere la collaborazione a livello internazionale. Per affrontare grandi sfide come quelle della resistenza agli antibiotici, il cambiamento climatico, l'energia, la sicurezza alimentare e idrica, conclude l'appello, "la comunita' scientifica europea deve lavorare insieme, unire le diverse competenze, esperienze e infrastrutture, condividere dati e informazioni in un ambiente unito e aperto".

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