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Switch a sigaretta 'che non brucia' abbassa rischio malattie

Switch a sigaretta 'che non brucia' abbassa rischio malattie

Dopo sei mesi effetti simili a quando si smette

ROMA, 15 giugno 2018, 21:48

Redazione ANSA

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Una sigaretta tradizionale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una sigaretta tradizionale - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una sigaretta tradizionale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Se si passa dalle sigarette ad Iqos, il dispositivo che scalda il tabacco senza bruciarlo, dopo sei mesi si hanno miglioramenti nei valori di diversi indicatori legati alla salute paragonabili a quelli di chi smette del tutto. Lo affermano i dati presentati da Philip Morris, che ha ideato il dispositivo, al Global Nicotine Forum in corso a Varsavia.
    Lo studio è stato condotto su circa mille fumatori, a metà dei quali è stato chiesto di passare al dispositivo, mentre l'altra metà continuava a fumare almeno dieci sigarette al giorno. Nei soggetti sono stati misurati i livelli di otto biomarcatori 'spie' di diversi processi, dall'infiammazione alla funzionalità dei polmoni. "l'effetto - spiega Moira Gilchrist, vicepresidente per la comunicazione scientifica - va nella stessa direzione di quando si smette di fumare. Tutte le evidenze puntano sul fatto che il prodotto è molto diverso dalle sigarette in termini di rischio, è molto più vicino allo smettere di fumare. Ovviamente non è 'risk free', contiene nicotina che è una sostanza che dà dipendenza, ma tutti i dati ci dicono che è una scelta molto migliore di continuare a fumare".
    L'entità dei miglioramenti varia da qualche punto percentuale per qualche marcatore fino a oltre il 40%. "Dobbiamo vedere questi dati nel contesto di cosa accade quando si smette di fumare, che rimane la scelta migliore per un fumatore per ridurre il rischio. Anche quando si smette le differenze nei biomarcatori rimangono piccole, e aumentano nel tempo. Ci aspettiamo di vedere effetti maggiori proseguendo lo studio, ma la cosa importante è che la direzione in cui vanno i valori è la stessa di quando si smette, e anche l'entità dell'effetto è simile. Continueremo questo studio anche a tre e cinque anni per avere più dati". 
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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