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Maria, una vittoria contro il tumore tutta "Made in Sud"

Maria, una vittoria contro il tumore tutta "Made in Sud"

Otto anni fa la diagnosi, il mio senologo e' stato il angelo

ROMA, 08 luglio 2018, 18:56

Redazione ANSA

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Maria Vitale, la sua storia di vittoria contro il tumore, tutta al Sud - RIPRODUZIONE RISERVATA

Maria Vitale, la sua storia di vittoria contro il tumore, tutta al Sud -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Maria Vitale, la sua storia di vittoria contro il tumore, tutta al Sud - RIPRODUZIONE RISERVATA

     Con orgoglio racconta di come la sua lotta al tumore l'abbia vissuta nella sua terra, la Basilicata.
    E' stata una vittoria, la sua, totalmente "made in Sud" in quelli che lei descrive come "centri di eccellenza" lucani.
    Maria Vitale ama riassumerli così i suoi 8 anni trascorsi dopo la diagnosi di tumore al seno. "Oggi faccio un controllo annuale perché sono sotto 'sorveglianza stretta', come giusto che sia", dice.
    Ha tenacia da vendere, tanto che non ci sta a sentire il buonismo attorno alla malattia. "Preciso una cosa: non sopporto quando in tv sento chi parla di qualcuno morto per un 'male incurabile' invece di chiamarlo col suo nome, 'tumore' - racconta - Come si vede sempre più spesso, non è più incurabile.
    Ci sono persone che vivono benissimo per lungo tempo. Un esempio? Quello della suocera di mia cugina: ha 82 anni, 30 anni fa ebbe una diagnosi di cancro ma ne è uscita benissimo". Maria è una di quelle persone che sulla prevenzione ha sempre puntato.
    "Ho scoperto da sola che qualcosa non andava, grazie all'autopalpazione - dice - In famiglia avevamo una certa familiarità, visto che di cancro al seno sono morte due sorelle di mio padre e una mia cugina". Era una domenica pomeriggio del settembre 2009 quando proprio con l'autopalpazione scopre "un chicco di pepe, duro. Immobile, non dolorante. Dissi 'eccolo lì.
    E' lui'". Da Lauria va a Potenza e incontra quello che lei definisce "un angelo", il primario di senologia dell'ospedale San Carlo. L'analisi fa emergere un nodulo benigno ma il medico non ne era pienamente convinto. Così, da lì alla sala operatoria il passo è stato brevissimo. E si presenta un carcinoma duttale infiltrante. I cinque anni successivi sono trascorsi con la terapia ormonale che le ha portato una osteoporosi seria con il crollo di due vertebre. "Ma oggi, questa, è regredita a osteopenia e sto bene", racconta. "Il cancro ti fa valutare per bene le priorità. Quattro anni fa ho avuto la gioia di diventare nonna di Nicolas: la vita, dunque, mi ha tolto e mi ha anche dato. Mi sono riscattata - dice - Oggi mi diverto tantissimo, sono in pensione e aiuto le persone, malate oncologiche, a far valere i propri diritti anche sotto un punto di vista previdenziale. Mi chiedono aiuto nel gruppo attraverso il gruppo Facebook 'Le toste'.
    "Sono stata seguita dalla Breast unit del San Carlo di Potenza - racconta - Non serve spostarsi dal Sud per guarire. Qui ci sono strutture di grande eccellenza, come, per esempio, quella di Rionero in Vulture dove ho fatto di recente un'ecomammografia con una macchina 3D".
   

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